La stagione autunnale prevede una serie di novità per il settore delle costruzioni. In primis dal primo ottobre si è partiti con la patente a crediti dopo aver rischiato il rinvio a colpi di emendamenti. Uno strumento importante o una misura inutile?
Un provvedimento importante, ma poco utile per come è stato concepito e che poteva davvero fare la differenza per il nostro settore se il governo ci avesse ascoltato di più. Con la Uil abbiamo lavorato tanto a migliorare il provvedimento e, per alcuni versi, ci siamo riusciti ma siamo convinti che le cose da fare per migliorare lo strumento sono ancora tante e continueremo ad impegnarci nelle sedi opportune e ai tavoli della contrattazione per far sì che il settore possa davvero avviare una vera qualificazione e contrastare efficacemente infortuni e malattie professionali.
Quali sono le principali criticità per voi?
Sono tante le ombre di questo provvedimento che rischiano di ridurne l’efficacia e farne uno strumento solo di facciata che il governo ha deciso di mettere in campo per dare una risposta alle stragi di Brandizzo ed Esselunga. Uno strumento che in realtà, lo ricordiamo, era già previsto dall’articolo 27 del Testo Unico sulla salute e la sicurezza e fortemente voluto dalle parti sociali del settore ma in una forma che puntava prima di tutto alla qualificazione in ingresso delle imprese e poi a un sistema sanzionatorio, con meno punti in partenza, riduzioni immediate in caso di infortuni e recuperi più rigidi, con investimenti in formazione e sicurezza. Troppe sono le scappatoie e le falle che consentono a chi volesse di sfuggire ai controlli. A nostro avviso occorre altro per fermare gli infortuni a partire da una stretta sui subappalti che non sono minimamente citati nel decreto, mentre sappiamo benissimo essere una delle principali cause della mancanza di sicurezza di moltissimi cantieri. Basti pensare che i lavoratori delle due stragi citate erano lavoratori in subappalto.
Cosa serve allora?
Innanzitutto deve cambiare il modello, meno subappalti appunto, più controlli, formazione continua e di qualità, nuove tecnologie e rispetto dei contratti, lotta alla precarietà e all’illegalità. Inoltre avevamo chiesto che la patente fosse estesa a tutti i settori perché anche se l’edilizia è un settore molto a rischio, non è il solo in cui si muore, ci si fa male e ci si ammala.
Cosa si aspetta dunque accadrà ora?
Ad oggi è difficile valutare l’impatto che la patente a crediti potrà avere, un impatto che di certo non sarà a breve termine. Però non ci sembra un buon punto di partenza l’introduzione recente di alcune norme che consentono alle aziende che si autocertificano di non avere controlli per un anno o di avere un preavviso. Noi continueremo a fare la nostra parte, monitorando come possibile le situazioni critiche ed esercitando un ruolo attivo così come fatto durante il confronto con il governo. Con la Uil siamo riusciti a fare un gran lavoro di squadra e a fare accogliere alcune proposte importanti quali ad esempio l’accesso ai dati derivanti dalla nuova patente e consultabili dai nostri RLS e RLST e quelle relative al rispetto dei CCNL siglati dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative e non quelli maggiormente applicati, ed ancora quelle sul tema della sospensione cautelativa che doveva diventare obbligatoria e non soggetta a ulteriori step autorizzativi da parte degli organi ispettivi e non da ultimo l’introduzione del riconoscimento delle malattie professionali tra le fattispecie soggette ad una decurtazione dei crediti. Un lavoro molto importante insomma che solo chi conosce il settore può fare e che continueremo a portare avanti con determinazione per tutelare la qualità del lavoro e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori.