L’Italia sta vivendo un’importante fase di accelerazione nello sviluppo delle infrastrutture strategiche e prioritarie.
Secondo il rapporto 2024 sullo “Stato di attuazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie”, redatto dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con Anac e Cresme e aggiornato al 31 agosto 2024, il valore complessivo delle opere in corso ha raggiunto i 146 miliardi di euro, con un incremento del 63,1% rispetto all’anno precedente (agosto 2023).
Approfondiamo insieme i principali dati contenuti nel rapporto.
Di cosa parliamo in questo articolo
Un piano ambizioso: investimenti e finanziamenti
Il costo totale delle infrastrutture strategiche e prioritarie in Italia ammonta a 483 miliardi di euro, in aumento di 35,583 miliardi (+7,9%) rispetto alla precedente rilevazione aggiornata al 31 agosto 2023, che individuava una spesa di 447,823 miliardi.
Di questi, il 40% (circa 192 miliardi) riguarda opere commissariate o inserite nei piani PNRR-PNC.
I finanziamenti disponibili coprono il 71% del fabbisogno, con 343 miliardi di euro destinati alla realizzazione dei progetti. La maggior parte di queste risorse (88%) proviene da finanziamenti pubblici, mentre il restante 12% da fondi privati.
Tra le principali opere finanziate dal PNRR-PNC si segnalano:
- 102,972 miliardi per ferrovie, pari al 54% del costo di tutte le infrastrutture commissariate o PNRR-PNC, con una copertura finanziaria del 69% (71,489 miliardi);
- 46,131 miliardi per strade e autostrade, pari al 24% del costo totale previsto, con una copertura finanziaria del 55% (25,232 miliardi);
- 21,760 miliardi per metropolitane e tranvie, pari all’11% del costo totale previsto, con una copertura finanziaria del 91% (19,743 miliardi);
- 9,406 miliardi per altre infrastrutture di trasporto (porti, interporti, aeroporti e ciclovie), pari al 5% del costo totale previsto, con una copertura finanziaria dell’89% (8,332 miliardi);
- 6,689 miliardi per il Mo.S.E., pari al 3% del costo totale previsto, con una copertura finanziaria del 100%.
A beneficiare di questi interventi sarà in particolare il Sud Italia, con il 53% dei fondi destinati a questa area.
Progressi nella realizzazione delle opere
Dal rapporto emerge che l’Italia sta registrando un’accelerazione nella realizzazione delle infrastrutture strategiche.
Nello specifico:
- 146 miliardi di euro sono impiegati per lavori attualmente in corso (+63,1% rispetto al 2023, +115,1% rispetto al 2022);
- 69 miliardi di euro fanno riferimento a opere già completate (+25,9% rispetto al 2023);
- 36 miliardi di euro riguardano contratti sottoscritti e lavori da avviare (+12,4% rispetto al 2023);
- 11 miliardi di euro sono relativi a opere in fase di gara (-67,1% rispetto al 2023).
Il 52% dei lavori in corso riguarda progetti ferroviari per un valore di 76 miliardi di euro, a conferma della centralità del potenziamento della rete ferroviaria nel piano infrastrutturale nazionale.
Le criticità: tempi lunghi e burocrazia
Nonostante i progressi, il rapporto evidenzia anche alcune difficoltà che rallentano la realizzazione delle infrastrutture.
In particolare, 15 grandi opere prioritarie, dal valore complessivo di 145 miliardi di euro, richiedono in media oltre 30 anni per essere completate.
Tra i principali ostacoli si segnalano:
- complessità burocratiche: lunghi iter progettuali e autorizzativi, aggiornamenti normativi e difficoltà nel reperimento delle risorse;
- problemi in fase di gara: ritardi nelle approvazioni, contenziosi e fallimenti di imprese coinvolte nei progetti;
- difficoltà esecutive: varianti in corso d’opera, vincoli territoriali e archeologici, oltre a ritardi nei finanziamenti.
Conclusione
L’Italia sta compiendo passi importanti per lo sviluppo delle infrastrutture strategiche, con investimenti significativi e un’accelerazione nella realizzazione delle opere.
Tuttavia, persistono criticità legate alla burocrazia e ai tempi di attuazione, che necessitano di interventi mirati per migliorare l’efficienza del sistema.
Il futuro delle infrastrutture italiane dipenderà dalla capacità di superare questi ostacoli e di mantenere un alto livello di investimenti e programmazione, oltre all’impiego di un lavoro qualificato.