Il 2023 si è aperto con l’introduzione di alcune modifiche alla legislazione vigente in ambito previdenziale, in particolare per quanto concerne le varie opzioni di prepensionamento oggi disponibili.
Ci riferiamo, nello specifico, a:
- Quota 103;
- Opzione Donna;
- Ape Sociale;
- Lavoratori Precoci;
- Pensione Anticipata.
Vediamo insieme quali sono le nuove regole in vigore a partire da quest’anno e cerchiamo di capire come andare in pensione nel 2023.
Di cosa parliamo in questo articolo
1. Quota 103
La prima novità introdotta dal nuovo esecutivo con la Legge di Bilancio 2023 è Quota 103, l’opzione di pensionamento anticipato che va a sostituire la precedente Quota 102.
Cosa cambia? Come si può facilmente intuire dal nome, con Quota 103 è necessario un anno in più per accedere alla cosiddetta “pensione anticipata flessibile” rispetto a quanto previsto con Quota 102.
Nello specifico, si può andare in pensione con Quota 103 con 41 anni di contributi e 62 anni di età (a cui non viene applicato l’adeguamento della speranza di vita), a patto che vengano rispettati i seguenti requisiti aggiuntivi:
- per i privati, la decorrenza è prevista dopo 3 mesi dalla maturazione del diritto;
- per i dipendenti pubblici, invece, la decorrenza è prevista dopo 6 mesi dalla maturazione del diritto;
- la pensione anticipata con Quota 103 non dà diritto al cumulo del reddito, se non entro il limite dei € 5.000,00 annui lordi provenienti da prestazioni occasionali.
Infine è prevista la possibilità, per chi è in possesso dei presenti requisiti, di conservare il proprio posto di lavoro, quindi di continuare a lavorare, ricevendo però un incremento in busta paga pari alla contribuzione previdenziale a proprio carico, ovvero la quota a carico del lavoratore dovuta all’Inps, calcolata sul 10% della retribuzione. Questo importo non viene più versato all’ente previdenziale ma corrisposto al lavoratore direttamente in busta paga.
2. Opzione Donna
Tra le soluzioni per andare in pensione nel 2023 precocemente pensate per le lavoratrici c’è anche Opzione Donna, confermata dalla nuova legge di bilancio ma con modalità peggiorative rispetto al passato.
Infatti, mentre fino al 2022 potevano accedere a Opzione Donna tutte le lavoratrici in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi, ovvero 60 anni di età – decurtati di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni (59 anni con 1 figlio, 58 con due o più figli) – e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021, a partire dal 1° gennaio 2023 la situazione è cambiata.
Nel dettaglio, ora possono usufruire di Opzione Donna solo le lavoratrici che, oltre all’età anagrafica e contributiva:
- svolgono un ruolo da caregiver, assistendo da almeno sei mesi un coniuge o un parente convivente affetto da patologie invalidanti;
- presentano un grado di invalidità pari o superiore al 74%;
- hanno perso il lavoro o sono dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi.
Insomma, così facendo si riduce sensibilmente la platea di lavoratrici che possono andare in pensione nel 2023 in anticipo rispetto al pensionamento standard, ma a peggiorare è anche l’aspetto meramente economico.
Infatti anche l’assegno si riduce, in quanto calcolato esclusivamente con il metodo contributivo.
3. Ape Sociale
La Legge di Bilancio 2023 ha confermato la misura denominata Ape Sociale, con le medesime condizioni previste anche in passato.
Introdotta dalla legge di bilancio 2017, l’Ape Sociale prevede l’erogazione di un’indennità a carico dello Stato tramite l’INPS a soggetti che abbiano compiuto almeno 63 anni di età, che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero e siano in possesso di determinati requisiti.
Questa indennità viene corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
I requisiti da possedere per accedere all’Ape Sociale variano a seconda della tipologia di lavoratore che ne fa richiesta. Nello specifico:
- lavoratore licenziato per giustificato motivo: deve aver compiuto 63 anni di età, maturato 30 anni di contribuiti e terminato il periodo di disoccupazione NASPI;
- lavoratore a fine contratto a tempo determinato: deve aver compiuto 63 anni di età, maturato 30 anni di contributi, avere 18 mesi di contributi nel 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro e aver terminato la NASPI;
- lavoratore beneficiario della Legge 104: deve aver compiuto 63 anni di età, maturato 30 anni di contributi e assistere da almeno 6 mesi un familiare di primo grado convivente. Questa opzione è rivolta anche a chi assiste un parente di secondo grado non convivente (nonni, nipoti, fratelli, sorelle), a patto che quest’ultimo abbia parenti di primo grado di età superiore ai 70 anni, con patologie invalidanti, deceduti o mancanti, oppure affini di primo grado (suoceri, generi, nuore, cognati);
- lavoratore con invalidità uguale o superiore al 74%: deve avere compiuto 63 anni di età e maturato 30 anni di contributi;
- lavoratore che svolge lavori gravosi: deve avere compiuto 63 anni di età e maturato 36 anni di contributi, oltre ad avere almeno gli ultimi 6 anni di lavoro su 7, o 7 anni su 10 (a seconda della mansione svolta), di attività gravosa. Condizioni più vantaggiose vengono riconosciute ai lavori gravosi nell’Edilizia, nell’industria del legno e dei materiali da Costruzione, a cui dedicheremo un paragrafo specifico;
- lavoratrice con 1 figlio: deve aver compiuto 63 anni di età e maturato 29 anni di contributi (35 se si tratta di un lavoro gravoso);
- lavoratrice con 2 figli: deve aver compiuto 63 anni di età e maturato 28 anni di contributi (34 se si tratta di un lavoro gravoso).
4. Lavoratori Precoci
Per quanto riguarda la categoria definita “lavoratori precoci”, ovvero quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni, possono accedere pensione anticipata se in possesso dei requisiti previsti:
- 41 anni di contributi (Quota 41) entro il 31 dicembre 2026;
- almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni di età.
I lavoratori precoci devono inoltre trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che non percepiscono più da almeno tre mesi la prestazione per la disoccupazione loro spettante;
- lavoratori dipendenti e autonomi che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
- lavoratori dipendenti e autonomi che hanno invalidità civile superiore o uguale al 74%;
- addetti a lavori gravosi da almeno 6 anni nell’arco degli ultimi 7 anni o 7 anni negli 10.
5. Pensione Anticipata
La pensione anticipata è una delle opzioni di prepensionamento che può essere riconosciuta solo a lavoratori e lavoratrici che hanno raggiunto il requisito contributivo, indipendentemente dall’età anagrafica del beneficiario.
Introdotta dalla Legge Fornero nel 2012, si può accedere alla pensione anticipata solo se in possesso dei seguenti requisiti:
- anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
- anzianità contributiva 41 anni e 10 mesi per le donne;
- età anagrafica di 64 anni, a condizione che risultino in possesso di almeno 20 anni di contribuzione effettiva (a partire dal 1 gennaio 1996) e che l’importo minimo di pensione alla decorrenza non risulti inferiore a 2,8 volte quello dell’assegno sociale (1.409,16 euro mensili).
Andare in pensione nel 2023: Ape Sociale Edilizia, legno e Costruzioni
Come accennato, l’opzione Ape Sociale prevede delle condizioni più vantaggiose per i lavoratori operanti nel settore Edile, nella produzione del legno e dei materiali da costruzioni, che svolgono mansioni gravose.
Nello specifico, si fa riferimento a:
- Codice Istat 6: artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- Codice Istat 7.1.1: conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- Codice Istat 7.1.3: conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- Codice Istat 7.1.4: conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- Codice Istat 7.1.8.1: conduttori di mulini e impastatrici;
- Codice Istat 7.1.8.2: conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- Codice Istat 7.2: operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- Codice Istat 7.4: conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- Codice Istat 8.4: professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Per accedere all’Ape Sociale, i lavoratori che rientrano in queste categorie professionali devono aver compiuto 63 anni di età e maturato 32 anni di contributi, con un beneficio di un accorciamento di quattro anni contributivi rispetto agli altri lavoratori gravosi.
Il lavoratore interessato che intende presentare la domanda per il riconoscimento del lavoro gravoso, oltre a indicare il CCNL di riferimento nel modello INPS AP 148, deve barrare anche il codice ISTAT relativo alla mansione che svolge.
Ai fini della certificazione richiesta per l’Ape, il lavoratore può rivolgersi alla Cassa Edile presso la quale è iscritto oppure rivolgersi al delegato sindacale o alla sede sindacale più vicina.