L’efficientamento energetico di un edificio, obiettivo principale del Superbonus 110%, non prevede solo interventi edili, come l’applicazione di un cappotto termico lungo le pareti perimetrali dell’immobile, ma anche l’installazione di dispositivi per il riscaldamento e il raffrescamento a basso impatto ambientale. Un esempio è, senza dubbio, la pompa di calore, una tecnologia che consente di riscaldare o rinfrescare casa consumando molta meno energia rispetto agli impianti di climatizzazione tradizionali.
I consumi energetici derivanti dall’utilizzo di impianti di riscaldamento o raffrescamento residenziali (e non) rappresentano infatti una quota importante del consumo energetico totale italiano, raggiungendo, secondo l’ENEA, circa il 20%, con conseguente produzione di CO2.
I sistemi a pompa di calore consentono di ridurre questi consumi, quindi le emissioni di gas climalteranti e anche i costi in bolletta.
Vediamo insieme cos’è e come funziona una pompa di calore e perché se ne raccomanda l’installazione.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è una pompa di calore
Tecnicamente, una pompa di calore è un dispositivo in grado di trasferire calore da un ambiente a temperatura più bassa a un altro a temperatura più alta, utilizzando la tecnologia alla base anche del frigorifero o del condizionatore d’aria.
Però, mentre il frigorifero e il condizionatore svolgono una funzione di raffrescamento, le pompe di calore sono apparecchi che svolgono una doppia funzione, ovvero raffreddano l’aria in estate e la riscaldano in inverno, invertendo il ciclo di funzionamento.
Ma com’è fatto un sistema a pompa di calore? Approfondiamo insieme.
Come funziona un sistema a pompa di calore
Con pompa di calore si intende un sistema a circuito chiuso, al cui interno è presente un liquido chiamato “frigorigeno” che può assumere uno stato liquido o gassoso a seconda della temperatura o della pressione esercitata.
Il circuito chiuso è composto da quattro elementi, ognuno dei quali svolge una funzione specifica:
- un compressore: il fluido allo stato gassoso e a bassa pressione, proveniente dall’evaporatore, viene compresso e portato a una pressione più elevata;
- un condensatore: il fluido, dopo essere stato portato ad alta pressione, si riscalda e passa dallo stato gassoso a quello liquido, rilasciando il calore precedentemente assorbito verso l’esterno attraverso vari sistemi (serpentine, convettori, canalizzazione);
- una valvola di espansione, in cui il fluido si trasforma in parte in vapore, raffreddandosi;
- un evaporatore, in cui il fluido assorbe calore dall’esterno ed evapora completamente.
Quindi, il fluido in forma gassosa viene compresso ad alta pressione e portato allo stato liquido, rilasciando calore, per poi essere raffreddato e portato nuovamente allo stato gassoso iniziale.
Questo schema elaborato da ENEA mette bene in evidenza il processo di funzionamento della pompa di calore.
Sintetizzando, questo circuito chiuso consente di riscaldare e raffreddare il liquido, assorbendo e rilasciando calore, in un equilibrio molto efficiente dal punto di vista energetico.
Perché installare un impianto a pompa di calore
Sostituire gli impianti di climatizzazione e riscaldamento tradizionali, basati principalmente sull’impiego di fonti fossili, con un sistema a pompa di calore, consente di ottimizzare i consumi.
Infatti, il vantaggio principale di questa tecnologia è la sua capacità di produrre molta più energia, sotto forma di calore, di quella consumata per il suo funzionamento, e questo perché assorbe calore dall’ambiente esterno, dall’aria o dall’acqua.
Si stima che per ogni kWh di energia elettrica consumato il sistema fornirà 3 kWh (2.580 kcal) di calore al mezzo da riscaldare.
Questo si traduce, com’è facile intuire, in una migliore efficienza energetica, in un minor impatto ambientale e in una consistente riduzione dei costi in bolletta.