Lo scorso lunedì 16 ottobre 2023 si è riunito il Consiglio dei Ministri che, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024, il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio (DPB).
Il giorno successivo il Segretario Generale della UIL, PierPaolo Bombardieri, ha riunito il consiglio confederale UIL per esprimere le valutazioni del sindacato sulla manovra in merito ad alcune specifiche misure annunciate dall’Esecutivo e chiederne la modifica.
Di cosa parliamo in questo articolo
Legge di bilancio 2024: le novità principali
Vediamo insieme le principali novità e misure contenute nella Legge di Bilancio 2024 (che, ricordiamo, dovrà essere votata dal Parlamento entro il 31 dicembre 2023), con il relativo commento del Segretario Bombardieri.
1. Cuneo fiscale
Vengono destinati circa 9,9 miliardi per confermare a tutto il 2024 la riduzione del cuneo fiscale, mediante un esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti – potenziato per le donne con figli – in misura crescente al diminuire della retribuzione mensile imponibile.
Su questa misura il commento del Segretario è il seguente:
“Vogliamo esprimere soddisfazione per il mantenimento del cuneo fiscale: ci intestiamo questo risultato e lo attribuiamo alle lotte dei lavoratori che hanno anche scioperato, all’epoca del Governo Draghi, per questa rivendicazione. Ciò detto, però, il provvedimento non è strutturale, è stato finanziato in deficit e andrà, dunque, rifinanziato di anno in anno. Peraltro, la busta paga di gennaio 2024 sarà uguale a quella di dicembre 2023, proprio perché ci troviamo di fronte a una decisione di mantenimento, che conferma ciò che già c’era.”
2. Rinnovo contratti della Pubblica Amministrazione
Per quanto concerne il pubblico impiego, vengono stanziate risorse per i rinnovi contrattuali del personale delle amministrazioni statali, con particolare attenzione ai lavoratori del settore sanitario, per i quali è inoltre previsto un incremento della tariffa oraria potenziata per il triennio 2024-2026.
Per tali finalità e per il periodo 2022-2024, le risorse ammontano a 5 miliardi l’anno a partire dal 2024, di cui 2 miliardi anticipati nel 2023, al quale si aggiungono 2,5 miliardi per il comparto salute.
Sul punto, il Segretario UIL si è espresso duramente:
“Nel nostro Paese, dunque – ha sottolineato Bombardieri – resta aperta una questione salariale, causata dalla perdita di circa il 20% del potere d’acquisto di salari e pensioni. Questa perdita va recuperata con il rinnovo dei contratti. Ebbene, le cifre messe a disposizione del Governo, per quelli del pubblico impiego, non saranno sufficienti a tale scopo. Non solo; non sono state accettate, per il settore privato, le nostre richieste di detassare gli aumenti contrattuali né di primo né di secondo livello. Non ci sono soluzioni per la precarietà del lavoro, non c’è traccia di politiche industriali, non ci sono risorse per le assunzioni.”
3. Sanità
Nel settore della sanità si prevede l’incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard di 3 miliardi per l’anno 2024, 4 miliardi per l’anno 2025 e 4,2 miliardi per il 2026 (confermando il livello della spesa sanitaria al 6,4% del PIL per gli anni 2024 e 2025), oltre a una quota di 300 milioni di euro destinati al finanziamento della sanità della regione Sicilia.
Con le sue parole, il segretario Bombardieri evidenzia l’inadeguatezza della misura annunciata:
“[..] per quel che riguarda la sanità, i 3 miliardi stanziati rappresentano una mancia irrilevante. Il diritto alla salute è sempre più negato: basti vedere le vergognose lungaggini nelle liste d’attesa e il progressivo depotenziamento del sistema pubblico. Non vorremmo che tutto si risolvesse regalando al privato il nostro servizio sanitario nazionale”.
4. Riforma fiscale
Con l’adozione dei due schemi di decreto legislativo attuativi della delega ricevuta dal Parlamento, si avvia la prima fase della riforma fiscale.
Con riferimento all’anno di imposta 2024, si riduce l’imposizione del reddito delle persone fisiche a tre aliquote (23%, 35% e 43%), si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi da lavoro dipendente e si rivede la disciplina delle detrazioni fiscali (per circa 4,3 miliardi).
In favore delle imprese è confermata la sospensione, fino al 30 giugno 2024, della Plastic Tax e della Sugar Tax. Per sostenere gli investimenti privati, inoltre, sarà previsto un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno.
Per quanto riguarda, invece, i titolari di partita IVA, si prevede, solo per il 2023 e per coloro che nel periodo d’imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro, il rinvio del versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, senza interessi. Il versamento può essere dilazionato fino a 5 rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza il giorno 16 di ciascun mese, con applicazione, in tal caso, degli interessi, a partire dalla seconda rata.
Anche in questo caso, il Segretario UIL esprime insoddisfazione per quanto disposto dal Governo:
“Anche le decisioni in materia di fisco – commenta Bombardieri – vanno nella direzione opposta a quella da noi, unitariamente, auspicata: non si parla più di evasione fiscale e si perpetuano le divergenze di trattamento, visto che, su questo fronte, nulla è previsto per lavoratori dipendenti e pensionati, mentre per le partite Iva vengono stanziati 4 miliardi, per consentire loro di rinviare il versamento dell’acconto. La rimodulazione delle aliquote Irpef, poi, genererà zero euro per i redditi fino a 15 mila, e non più di 22 euro netti per i successivi scaglioni.”
5. Pensioni
Per quanto concerne, invece, la previdenza pubblica, il governo annuncia alcune revisioni dell’istituto dell’APE, con l’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini, e l’introduzione di requisiti diversi per le donne e quota 104, con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere al lavoro.
Per il Segretario Bombardieri, quello delle pensioni è un altro capitolo critico:
“Oggi sarà ancora più difficile andare in pensione. Ci sarà un fondo unico, essendo stata messa in discussione persino l’ape social, si peggiora ulteriormente opzione donna e non c’è pensione di garanzia per i giovani”.
6. Sicurezza
Infine, il Segretario denuncia la grave mancanza, in manovra, di qualsivoglia misura su un tema così importante come la sicurezza sul lavoro:
“Il tema della sicurezza, infine: non ci sono risorse in manovra né sono previste assunzioni per rafforzare le ispezioni, mentre noi chiediamo l’istituzione di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza anche nelle piccole aziende, il rafforzamento di questa figura in tutti i luoghi di lavoro e l’utilizzo dei 2 miliardi accantonati dall’Inail”.
Conclusioni
La delusione del Sindacato per le misure annunciate dal Governo è evidente ed è per questo che il Segretario Bombardieri conclude il suo commento invitando le altre sigle sindacali nazionali a mobilitarsi:
“Per l’insieme di tutte queste ragioni, noi non possiamo stare fermi e dobbiamo cercare il migliore dei modi per rivendicare diritti e tutele”.