Il rapporto INAIL “Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali” (Nr. 1 Gennaio 2025) presenta i primi dati infortunistici relativi al periodo gennaio-dicembre 2024, consentendo un bilancio degli infortuni sul lavoro e un confronto col 2023.
È fondamentale sottolineare il carattere provvisorio di questi dati, specialmente per quanto riguarda le denunce di casi mortali. Tali cifre, infatti, sono soggette a variazioni nei prossimi mesi a causa del loro consolidamento quantitativo (considerando denunce pervenute tardivamente e annullamenti tecnici) e qualitativo (affinamento delle variabili di dettaglio attraverso controlli e correzioni). Pertanto, nell’interpretazione di tali dati, in particolare quelli relativi ai decessi, è necessaria la massima cautela.
Detto questo, si tratta comunque di informazioni cruciali, in quanto offrono una panoramica iniziale sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali, elementi essenziali per indirizzare strategie di prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Di cosa parliamo in questo articolo
- Costruzioni: il Settore con più infortuni mortali in Europa
- Lo scenario del 2024
- Infortuni: i dati provvisori del 2024 lanciano un campanello d’allarme?
- Incidenti mortali 2024: la verità dietro i primi numeri e il dramma delle morti multiple
- Infortuni UE: l’Italia è davvero più sicura?
- +21% di malattie professionali: cosa rivelano i primi dati 2023-2024?
Costruzioni: il Settore con più infortuni mortali in Europa
Il quadro emerso dal rapporto INAIL è allarmante, tanto più se si concentra lo sguardo sul settore delle Costruzioni.
A livello di Unione Europea (UE-27) nel 2022, questo Comparto ha tristemente detenuto una quota considerevole sia per gli infortuni non mortali, attestandosi al 12,3%, sia, in modo ancora più drammatico, per gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro, raggiungendo un terrificante 23,3%.
Questo dato pone il Settore come uno dei più pericolosi in Europa in termini di vite perse sul lavoro.
Analizzando la situazione in Italia, i dati provvisori relativi al periodo gennaio-dicembre 2024, al netto degli infortuni occorsi agli studenti, mostrano un preoccupante aumento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nelle Costruzioni, con un incremento del +2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo incremento, seppur contenuto numericamente, sottolinea una tendenza all’aggravamento del rischio infortunistico in un ambito già tristemente noto per la sua pericolosità.
È evidente come le Costruzioni richiedano un’attenzione massima e interventi urgenti per invertire questa pericolosa tendenza.
Lo scenario del 2024
Prima di iniziare con l’approfondimento del rapporto INAIL, occorre precisare che l’andamento degli infortuni sul lavoro è influenzato da diversi fattori generali.
Tra questi, si annoverano gli effetti di calendario e la diversa collocazione delle festività: il 2024, infatti, essendo un anno bisestile, ha avuto ben quattro giorni lavorativi in più rispetto al 2023, incrementando l’esposizione al rischio di infortunio.
Inoltre, sebbene gli effetti della pandemia da Covid-19 sugli infortuni siano diminuiti a partire dal 2023, l’introduzione di nuove modalità lavorative – come il lavoro agile – e le novità legislative e assicurative, spesso orientate ad ampliare la tutela, possono incidere sui dati rilevati.
Un esempio significativo in tal senso è la recente estensione della tutela assicurativa a tutti gli studenti e i docenti, pienamente efficace nel corso del 2024, che ha comportato un rilevante aumento delle denunce di infortuni occorsi a questa categoria.
Proprio per questo motivo, nel commento ai dati, può essere utile una separazione tra i fenomeni riguardanti i lavoratori in senso stretto e quelli relativi agli studenti.
Infortuni: i dati provvisori del 2024 lanciano un campanello d’allarme?
Il totale delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto nel periodo gennaio-dicembre 2024 è stato di 589.571, registrando un aumento dello 0,7% rispetto alle 585.356 denunce del 2023.
Distinzione tra infortuni di lavoratori e studenti
Come accennato, però, è fondamentale distinguere tra gli infortuni occorsi ai lavoratori e quelli riguardanti gli studenti, in quanto questi ultimi hanno avuto un impatto significativo sull’andamento complessivo:
- infortuni dei lavoratori (al netto degli studenti): le denunce di infortunio relative ai lavoratori (escludendo gli studenti pubblici e privati) sono diminuite dello 0,7%, passando da 515.141 nel periodo gennaio-dicembre 2023 a 511.688 nello stesso periodo del 2024;
- infortuni in occasione di lavoro: si è registrato un calo più consistente per gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, pari al -1,9%, con le denunce che sono diminuite da 422.880 nel 2023 a 414.853 nel 2024. Questo calo ha interessato sia la gestione Industria e servizi (-2,0%), sia l’Agricoltura (-1,8%), mentre per i dipendenti del Conto Stato si è sostanzialmente confermato il dato dell’anno precedente (+0,1%);
- infortuni in itinere: al contrario, le denunce di infortuni in itinere (riconducibili principalmente al rischio da circolazione stradale) hanno subito un aumento significativo del +5%, passando da 92.261 nel 2023 a 96.835 nel 2024. L’incidenza degli infortuni in itinere sul totale delle denunce dei lavoratori è passata dal 17,9% nel 2023 al 18,9% nel 2024;
- infortuni degli studenti: le denunce di infortuni occorsi agli studenti (pubblici e privati) hanno registrato un forte aumento del +10,9%, passando da 70.215 nel 2023 a 77.883 nel 2024. Questo incremento è direttamente riconducibile all’estensione della tutela assicurativa a tutti gli studenti e i docenti, introdotta nel corso del 2023 per l’anno scolastico 2023-2024 e pienamente efficace nell’intero anno solare 2024. Tale estensione ha ampliato la copertura assicurativa anche alle attività di insegnamento/apprendimento nei vari ambienti scolastici, uscite didattiche, viaggi d’istruzione e visite guidate.

Variazioni infortunistiche per settori di attività economica
Analizzando i principali settori di attività economica per numerosità infortunistica (sempre al netto degli studenti e per gli infortuni in occasione di lavoro), si osservano dinamiche differenti:
- Diminuzioni significative:
- Industria manifatturiera (-4,7%), con cali consistenti nella Fabbricazione di autoveicoli (-16,8%), Fabbricazione di macchinari-apparecchiature (-11,1%), Metallurgia (-7,7%) e Fabbricazione di prodotti in metallo (-5,5%)
- Sanità e assistenza sociale (-11,7%), attribuibile al definitivo calo dei casi da contagio da Covid-19
- Aumenti:
- Costruzioni (+2,8%)
- Commercio (+3,9%)
- Servizi di alloggio e ristorazione (+2,8%)
- Trasporti e magazzinaggio (+2,5%)
- Istruzione, a seguito dell’estensione della tutela per gli insegnanti
Andamento degli infortuni in base a genere, età e paese di nascita
Vediamo, ora, i dati degli infortuni suddivisi per genere, età e Paese di nascita.
- genere: il calo degli infortuni in occasione di lavoro ha interessato sia gli uomini (-2,2%) che le donne (-1,3%);
- età: la diminuzione ha riguardato principalmente le fasce d’età tra i 30 e i 59 anni, mentre si è rilevato un aumento per i lavoratori dai 60 anni in su (mediamente del 5%) e un leggero aumento per gli under-30;
- Paese di nascita: gli infortuni sono diminuiti per i lavoratori nati in Italia (-2,9%), mentre sono aumentati per quelli nati all’estero (+1,4%), la cui incidenza sul totale è passata dal 23% nel 2023 al 24% nel 2024.
Distribuzione territoriale degli infortuni
A livello territoriale, si è osservata una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese, a eccezione delle Isole, dove la numerosità è rimasta sostanzialmente stabile (+0,1%).
I cali più marcati si sono registrati nel Nord-Ovest (-3%) e nel Nord-Est (-2,2%), seguiti dal Sud (-1,3%) e dal Centro (-0,9%). A livello regionale, Molise e Basilicata hanno mostrato i decrementi percentuali maggiori, mentre le province autonome di Trento e Bolzano hanno registrato gli incrementi più elevati.

In sintesi, l’analisi dei primi dati INAIL del 2024 evidenzia una leggera diminuzione degli infortuni tra i lavoratori, compensata da un significativo aumento degli infortuni tra gli studenti a seguito dell’estensione della tutela assicurativa.
All’interno degli infortuni dei lavoratori, si osserva una diminuzione dei casi in occasione di lavoro e un marcato aumento di quelli in itinere, con dinamiche settoriali eterogenee e variazioni anche in base a fattori demografici e territoriali.
Incidenti mortali 2024: la verità dietro i primi numeri e il dramma delle morti multiple
Sulla base dei dati INAIL relativi al periodo gennaio-dicembre 2024, possiamo fornire un focus sugli infortuni mortali e sugli incidenti plurimi, tenendo presente la provvisorietà di questi dati.
Dati provvisori sugli infortuni mortali nel 2024
Complessivamente, le denunce di infortunio con esito mortale pervenute all’Istituto entro dicembre 2024 sono state 1.090, in aumento del +4,7% rispetto alle 1.041 dello stesso periodo del 2023.
Anche in questo caso è fondamentale distinguere tra i decessi dei lavoratori e quelli degli studenti:
- decessi dei lavoratori (esclusi gli studenti): nel periodo gennaio-dicembre 2024, le denunce di infortunio con esito mortale riguardanti i lavoratori sono state 1.077, in aumento rispetto alle 1.029 del 2023 (+48 casi);
- di questi, 797 sono avvenuti in occasione di lavoro, con un lieve aumento rispetto ai 790 del 2023 (+0,9%);
- gli infortuni mortali in itinere sono stati 280, in aumento significativo rispetto ai 239 del 2023 (+17,2%). Questo incremento riguarda sia lavoratori uomini (+38) che lavoratrici donne (+3). L’incidenza degli infortuni mortali in itinere sul totale dei decessi dei lavoratori è passata dal 23,2% nel 2023 al 26,0% nel 2024;
- decessi degli studenti: sono state registrate 13 denunce mortali tra gli studenti nel periodo gennaio-dicembre 2024, rispetto alle 12 dell’anno precedente (+8,3%).
Il riepilogo di fine anno fornisce un primo bilancio, ma i dati definitivi, che saranno rilevati al 30 aprile 2025, potrebbero presentare cifre più elevate, includendo anche i decessi sopraggiunti successivamente alla rilevazione di fine anno per infortuni avvenuti entro il 2024.
Incidenti Plurimi: un dramma significativo
Gli incidenti con morti plurimi sono eventi in cui perdono la vita più lavoratori a causa di un unico evento disastroso. Nel confronto tra il 2023 e il 2024, si registra un aumento delle vittime a causa di incidenti plurimi, passando da 34 a 39 (+5 vittime). Questo dato incide sull’aumento complessivo delle denunce mortali. Le cause di questi incidenti possono includere la carenza di dispositivi di sicurezza, scarsa manutenzione, insufficiente formazione e l’eccessiva frammentazione del lavoro in appalti e subappalti.

Inoltre, gli infortuni plurimi possono essere distinti in diverse tipologie in base alla modalità di accadimento e all’ambiente:
- sulla strada: incidenti che coinvolgono veicoli, treni o aerei. L’incidenza di questi eventi è elevata. L’agosto 2023 è ricordato per l’incidente ferroviario di Brandizzo con cinque operai deceduti;
- all’interno di ambienti confinati: come cisterne, silos o vasche di liquami, spesso con dinamiche di “catena umana” nel tentativo di soccorso. L’INAIL cita, in al senso, l’evento di Casteldaccia nel maggio 2024 con cinque operai morti;
- a causa di eventi catastrofici: terremoti o valanghe;
- per cadute e schiacciamenti: cedimenti di strutture, cadute da gru o crolli di cantieri. Viene menzionato il crollo di un cantiere a Firenze nel 2024 con 5 decessi;
- per incendi ed esplosioni: in fabbriche, centrali o laboratori. Tra gli esempi recenti, l’incendio di dicembre 2024 a Calenzano con cinque operai morti e quello nella centrale idroelettrica in provincia di Bologna nel 2024 con 7 morti. Si ricordano anche tragedie pregresse come quella alla Thyssen Krupp e a Prato.
Allargando il periodo di riferimento, nel decennio 2015-2024 si sono verificati 160 incidenti mortali plurimi con un totale di 429 vittime, rappresentando oltre il 3% dei decessi del periodo e una media di quasi tre morti per incidente.
Si tratta di dati particolarmente drammatici, che necessitano di un’analisi approfondita delle cause per implementare misure di prevenzione efficaci.
Infortuni UE: l’Italia è davvero più sicura?
Il rapporto INAIL analizza anche un altro tema particolarmente importante, ovvero il confronto statistico sugli infortuni sul lavoro in Europa, evidenziando le complessità a causa delle disomogeneità nei sistemi di tutela e di rilevazione dei dati tra i vari Stati membri.
Infatti, nonostante l’impegno di Eurostat (l’ufficio statistico delle comunità europee) per armonizzare le statistiche attraverso il progetto ESAW (European statistics on accidents at work) e uno specifico regolamento (n. 349/2011), le differenti strutture economiche e i sistemi di rilevazione nazionali rendono difficile un confronto diretto dei numeri assoluti.
Per questo motivo, Eurostat stesso raccomanda di non utilizzare i numeri assoluti per fare raffronti tra i vari Paesi, ma di concentrarsi sull’analisi a livello globale dell’Unione Europea.
Detto questo, l’analisi dei dati Eurostat consente comunque di osservare l’evoluzione del fenomeno infortunistico a livello europeo:
- nel 2022 (ultimo anno con dati disponibili), si sono registrati quasi 3 milioni di casi non mortali nell’UE-27, con un aumento del 3,0% rispetto al 2021, e 3.286 casi mortali, in diminuzione dell’1,8% rispetto all’anno precedente;
- a livello settoriale, nel 2022, il comparto con la quota più alta di infortuni non mortali in occasione di lavoro nella UE-27 è stato il Manifatturiero (18,1%), seguito da Sanità e assistenza sociale (15,9%), dalle Costruzioni (12,3%), dal Commercio (11,8%) e dal Trasporto e magazzinaggio (8,9%);
- per quanto riguarda gli infortuni mortali in occasione di lavoro, i settori con più eventi sono stati le Costruzioni (23,3%), il Trasporto e magazzinaggio (15,9%), il Manifatturiero (15,4%), l’Agricoltura, silvicoltura e pesca (12,0%), il Commercio (8,4%) e l’Attività di servizi di supporto alle imprese (6,6%).
Per un confronto più omogeneo, Eurostat elabora i tassi standardizzati di incidenza infortunistica, che rappresentano il numero degli infortuni sul lavoro indennizzati in occasione di lavoro occorsi durante l’anno per 100.000 occupati, limitatamente alle “sezioni comuni” NACE (ossia i settori economici maggiormente coperti dagli Stati).
Considerando il tasso standardizzato di incidenza per gli infortuni mortali nel 2022, l’Italia ha registrato un valore di 0,87 decessi per 100.000 occupati, inferiore a quello di Francia (3,35), Spagna (1,53) e UE-27 (1,26), ma superiore a quello della Germania (0,61).

Storicamente, questo indicatore per l’Italia è sempre stato inferiore alla media UE, tranne che nel biennio 2020-2021, quando i valori italiani sono cresciuti più della media europea perché il nostro Paese (insieme a Spagna e Slovenia) ha riconosciuto i contagi da Covid-19 univocamente come infortuni sul lavoro, a differenza di altri Stati che li hanno classificati come malattie professionali o comuni. Questo ha contribuito ad aumentare l’incidenza degli infortuni mortali in Italia in quel periodo.
Per quanto riguarda gli infortuni non mortali, l’Italia ha sempre registrato negli ultimi anni valori inferiori alla media europea:
- nel 2022, rispettivamente 968 contro 1.342 casi per 100.000 occupati, risultando notevolmente inferiori anche a quelli di Francia (2.454), Spagna (2.371) e Germania (1.535).
Insomma, i tassi standardizzati permettono una lettura più corretta in termini relativi, ma continuano a svantaggiare nel confronto quei Paesi come l’Italia che, avendo un sistema assicurativo specifico con un’ampia copertura e archivi statistici completi, sono in grado di trasmettere a Eurostat dati esaustivi.
+21% di malattie professionali: cosa rivelano i primi dati 2023-2024?
Sulla base dei dati provvisori INAIL relativi al biennio 2023-2024, riportiamo di seguito un’analisi delle denunce di malattie professionali.
- Dati complessivi: nel periodo gennaio-dicembre 2024, sono state protocollate 88.499 denunce di malattie professionali, con un aumento del 21,6% rispetto alle 72.754 denunce ricevute nello stesso periodo del 2023.
- Distribuzione per gestione INAIL:
- la gestione Industria e servizi ha registrato il maggior numero di denunce, con 73.723 casi nel 2024, rappresentando l’83,3% del totale. Si è verificato un aumento del 21,7% rispetto ai 60.591 casi del 2023;
- l’Agricoltura ha contato 14.026 casi nel 2024 (il 15,8% del totale), con un incremento del 22,0% rispetto agli 11.500 casi del 2023;
- il Conto Stato ha registrato 750 denunce nel 2024 (lo 0,8% del totale), con un aumento del 13,1% rispetto alle 663 denunce del 2023.

- Analisi per genere:
- nel 2024, il 73,9% delle patologie denunciate sono riferibili a uomini, una percentuale sostanzialmente stabile rispetto al 2023;
- nella gestione Industria e servizi, i casi maschili nel 2024 sono stati 55.607 (+22,2%) e quelli femminili 18.116 (+20,1%);
- in Agricoltura, le denunce maschili nel 2024 sono state 9.499 (+21,3%) e quelle femminili 4.527 (+23,5%);
- nel Conto Stato, si osserva una prevalenza di denunce femminili, che nel 2024 hanno rappresentato il 63,9% del totale (479 casi, +22,8%), mentre i casi maschili sono stati 271 (-0,7%).
- Analisi per luogo di nascita:
- la maggior parte delle denunce nel 2024 proviene da persone nate in Italia, con 80.847 casi (il 91,4% del totale), in aumento del 21,1% rispetto al 2023;
- le denunce di persone nate al di fuori dell’Unione Europea sono state il 6,0% del totale (5.293 casi), con un aumento del 27,9% rispetto al 2023;
- i lavoratori nati all’interno dell’UE (esclusa l’Italia) hanno registrato il 2,7% del totale (2.359 casi), con un incremento del 25,5% rispetto al 2023.

- Classificazione delle Malattie Professionali (ICD-10):
- le patologie più frequentemente denunciate nel 2023 e nel 2024 sono quelle a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, con 57.744 casi nel 2024 (il 74,7% dei casi determinati), registrando un aumento del 21,6% rispetto ai 47.488 del 2023;
- le malattie del sistema nervoso si confermano come la seconda causa di morbilità, con 9.283 denunce nel 2024 (il 12,0% dei casi determinati), in crescita del 15,9% rispetto alle 8.011 del 2023;
- seguono le patologie a carico dell’orecchio e dell’apofisi mastoide, con 4.989 casi nel 2024, in aumento del 12,1% rispetto ai 4.449 del 2023 (6,5% dei casi determinati).

Ricordiamo ancora una volta che questi dati relativi alle malattie professionali per il biennio 2023-2024 sono provvisori e soggetti a consolidamento, ma ci offrono comunque una prima indicazione sull’andamento del fenomeno.