Il 17 settembre 2025, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge (Ddl 1.146) recante “Disposizioni e deleghe al governo in materia di intelligenza artificiale”. La normativa, identificata come legge 23 settembre 2025 – n. 132, è entrata in vigore il 10 ottobre 2025.
Si tratta di un testo ampio e complesso, composto da 28 articoli, che pone l’Italia in una posizione di avanguardia regolatoria in Europa, intervenendo su principi, metodi di utilizzo e ambiti strategici che spaziano dalla sanità al lavoro, fino alla cybersicurezza e alla governance.
L’approvazione della legge italiana sull’intelligenza artificiale segna un momento fondamentale per il posizionamento strategico del Paese nel panorama tecnologico globale.
Questa normativa non solo adatta l’ordinamento nazionale alle nuove direttive europee, ma delinea una visione autonoma e ambiziosa per il futuro dell’innovazione. Vediamone più nel dettaglio gli aspetti principali.
Di cosa parliamo in questo articolo
La nuova legge italiana sull’intelligenza artificiale: cosa cambia
La normativa italiana sull’intelligenza artificiale, allineata all’AI Act Europeo (Regolamento UE 1689/2024), definisce un quadro nazionale basato su principi etici, una governance specifica e investimenti strategici, con l’obiettivo di usare l’AI come strumento di sviluppo economico e sociale.
Principi fondamentali: l’uomo al centro
Il cardine della legge è l’approccio antropocentrico: la tecnologia deve rimanere uno strumento al servizio della persona, garantendo sempre la supervisione e la decisione umana.
I principi guida fondamentali includono:
- Trasparenza, proporzionalità e sicurezza dei sistemi
- Protezione dei dati personali e non discriminazione
- Sostenibilità sociale, economica e ambientale
La normativa identifica la cybersicurezza come precondizione essenziale e pone un accento sulla tutela del dibattito democratico e sull’accesso per le persone con disabilità.
Governance e investimenti: chi fa cosa e con quali risorse
La governance è affidata a due autorità, alle quali sono state attribuite specifiche funzioni:
- Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN): ha compiti di vigilanza e sanzione sulla sicurezza dei sistemi AI
- Agenzia per l’Italia Digitale (AgID): ricopre il ruolo di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’AI
La legge istituisce anche una Strategia Nazionale per l’IA, aggiornata ogni due anni dalla Presidenza del Consiglio.
Per sostenere l’ecosistema, è stato attivato un fondo da 1 miliardo di euro destinato a startup e PMI nei settori strategici dell’AI e del digitale.
Applicazioni pratiche e nuove tutele
La legge introduce regole specifiche per settori chiave, stabilendo che la decisione finale spetti sempre all’essere umano. Questo principio si applica in ambiti come:
- Sanità: l’AI viene usata come supporto alla diagnosi e alla cura.
- Lavoro: è richiesto l’obbligo di informare i lavoratori sull’uso di sistemi AI che li riguardano, a tutela della loro dignità.
- Pubblica amministrazione e giustizia: l’AI ha una funzione di supporto, ma la responsabilità resta del funzionario o del magistrato.
- Diritto d’autore: le opere sono protette solo se prevale il contributo intellettuale umano.
Sul piano penale, viene introdotto il reato di illecita diffusione di contenuti alterati (“deepfake”), punito con la reclusione da uno a cinque anni, e un’aggravante per i reati commessi tramite l’uso insidioso dell’AI.
Le prossime sfide: adeguamento e competenze
Con questa legge, l’Italia si posiziona come un attore protagonista nel dibattito globale sull’intelligenza artificiale.
Il quadro normativo traccia un percorso ambizioso che coniuga regolamentazione e sviluppo, ponendo le basi per un’innovazione che sia al tempo stesso competitiva e antropocentrica.
La vera sfida, ora, risiede nell’implementazione efficace dei decreti attuativi e nella capacità del sistema-Paese di tradurre i principi in pratiche virtuose, bilanciando la spinta all’innovazione con la tutela dei diritti fondamentali di cittadini e lavoratori.
L’impatto dell’IA nel settore delle Costruzioni
L’intelligenza artificiale sta emergendo come una forza dirompente anche nelle Costruzioni.
Essa rappresenta non solo un’innovazione tecnologica, ma anche una risposta strategica a sfide consolidate del Settore. Tra queste spicca la carenza di manodopera: il Comparto ha perso circa 600.000 addetti tra il 2008 e il 2018 e necessita di 265.000 nuove professionalità per realizzare le opere del PNRR.
In questo contesto, l’AI può sostenere la produttività e diventare una leva per attrarre nuovi talenti, rivoluzionando le aree chiave del processo produttivo.
Innovazione nella progettazione e pianificazione
L’AI sta trasformando le fasi iniziali del ciclo di vita di un’opera, ottimizzando processi e decisioni.
Vediamo come:
- Progettazione generativa: sfruttando algoritmi basati sul Machine Learning, i software di Generative Design sono in grado di esplorare migliaia di ipotesi progettuali in tempi ridotti. Questo approccio permette di identificare soluzioni ottimizzate in base a parametri specifici come l’efficienza energetica, i costi, la sostenibilità dei materiali e la resilienza strutturale.
- Sinergia con il BIM: l’integrazione tra intelligenza artificiale e Building Information Modeling (BIM) è una delle combinazioni più potenti. L’AI può analizzare i modelli BIM per generare automaticamente disegni, relazioni e analisi complesse, simulare il comportamento delle strutture e pianificare i requisiti di manutenzione. L’evoluzione di questa sinergia sta portando alla creazione di BIM IoT Platforms: modelli digitali implementati con sensori IoT (internet of things) che consentono un monitoraggio dinamico e in tempo reale della salute strutturale (SHMS), ottimizzando la gestione dell’opera lungo tutto il suo ciclo di vita.
- Ottimizzazione e gestione dei rischi: gli algoritmi di AI possono analizzare enormi quantità di dati, sia storici che in tempo reale (come condizioni meteo, disponibilità di risorse), per prevedere con maggiore accuratezza i tempi di completamento, il consumo di materiali e le potenziali criticità. Questo supporta lo sviluppo di piani di risk management più efficaci, migliorando l’affidabilità delle previsioni e il rispetto delle scadenze.
La rivoluzione del cantiere: sicurezza e automazione
L’impatto dell’AI si estende direttamente al cantiere, con benefici tangibili soprattutto per la sicurezza e le condizioni di lavoro degli operatori. Infatti, essa può svolgere un ruolo cruciale nel ridurre drasticamente gli incidenti e contribuire a una maggior tutela dei lavoratori.
Nel dettaglio:
- Monitoraggio in tempo reale: l’uso combinato di droni, telecamere intelligenti e sensori IoT permette di analizzare l’ambiente di lavoro per identificare in tempo reale rischi, comportamenti non conformi alle normative di sicurezza (ad esempio l’uso improprio di attrezzature) o accessi non autorizzati a zone pericolose.
- Manutenzione predittiva: i sistemi di AI, analizzando i dati provenienti dai sensori installati su macchinari e attrezzature, possono prevedere guasti imminenti, evolvendo il concetto di manutenzione da puramente programmata (preventiva) a guidata dai dati. Questo consente di programmare interventi prima che si verifichi un malfunzionamento, prevenendo incidenti potenzialmente anche gravi.
- Dispositivi indossabili: gli operatori possono essere dotati di dispositivi wearable che, connessi a un sistema centrale di AI, forniscono feedback in tempo reale su potenziali rischi circostanti (come la prossimità a un macchinario in movimento) o istruzioni operative per eseguire compiti in modo più sicuro.
- Automazione a supporto dell’uomo: robot e macchine intelligenti vengono sempre più impiegati per automatizzare compiti specifici.
Questa rivoluzione tecnologica, per essere veramente efficace e sostenibile, richiede che l’elemento umano rimanga sempre il fulcro del processo. In merito, la posizione di FENEALUIL è chiara: tali strumenti non sono pensati per sostituire il lavoratore, ma per assisterlo nelle lavorazioni più faticose, pericolose o ripetitive. Un escavatore autonomo o un robot collaborativo possono ridurre il rischio di infortuni e migliorare significativamente le condizioni di lavoro, lasciando all’essere umano i compiti di supervisione e a più alto valore aggiunto.
Il fattore umano: etica, formazione e prospettive future
Alla luce di quanto detto, è chiaro che l’adozione dell’AI nelle Costruzioni deve essere guidata da un approccio etico e antropocentrico, un principio fondamentale condiviso sia dalla nuova legge, sia dalle parti sociali.
La criticità non risiede nella tecnologia in sé, ma nel modo in cui viene governata e utilizzata. L’intelligenza artificiale deve rimanere uno strumento formidabile a supporto delle abilità umane, progettato per aumentare, integrare e potenziare le capacità cognitive e operative dei lavoratori e migliorarne al contempo le condizioni di sicurezza.
La sorveglianza e il controllo umano sono imprescindibili, specialmente nei processi lavorativi, per garantire che ogni decisione finale rispetti la dignità e la sicurezza della persona. Per realizzare questa visione, la formazione diventa il pilastro strategico su cui costruire il presente e, ancor più, il futuro del Settore.
Conclusioni
L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità strategica irrinunciabile per il settore delle Costruzioni, in grado di aumentare la produttività, rivoluzionare la sicurezza nei cantieri e attrarre nuovi talenti.
La nuova legge italiana fornisce una cornice normativa avanzata, fondata su principi etici e sulla centralità della persona. La sfida cruciale, ora, risiede nell’implementazione: la capacità di tradurre i principi normativi in pratiche aziendali virtuose, trovando un equilibrio sostenibile tra la spinta all’innovazione e la tutela dei diritti dei lavoratori.
Il successo di questa trasformazione non sarà misurato in algoritmi implementati, ma nella capacità di creare un ecosistema virtuoso dove la tecnologia amplifica l’ingegno umano, garantendo che l’innovazione si traduca in progresso economico, sociale e, soprattutto, umano.







