Safety First

Gianni Olla: “Settore costruzioni in salute in Sardegna, ma non perdiamo di vista la sicurezza”

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Luglio 30, 2025

Segretario Generale FENEALUIL Sardegna, in carica dal 29 giugno 2022, Gianni Olla traccia un quadro della situazione nell’isola per quanto riguarda il comparto delle costruzioni, tra fase attuale, prospettive e un sogno per il futuro.

Come sta andando il settore dell’edilizia in Sardegna?

“Siamo in un momento congiunturale favorevole. C’è molto lavoro. Il problema è che manca la manodopera, in particolare quella qualificata. Dopo anni, in particolare dal 2009 al 2018, nei quali c’è stata una preoccupante contrazione delle attività lavorative e non si è più investito in formazione, non preoccupandosi del ricambio generazionale di lavoratori e lavoratrici, adesso, con il mercato che sta crescendo, è evidente la mancanza di professionalità adeguatamente formate”.

Qual è esattamente la situazione del comparto?

“Nel 2024, in Sardegna la massa salariale era pari a € 352 milioni, con 33.565 lavoratori e lavoratrici, secondo i dati della Cassa Edile. È il picco più alto in assoluto. Grazie a PNRR, bonus e opere pubbliche, ma non solo. Si sta infatti riprendendo anche l’edilizia privata. Difficile però si possa crescere ancora, complici anche le crisi internazionali e l’aumento dei costi dei materiali. Per ora, comunque, non ci possiamo lamentare”.

E per quanto riguarda infortuni e malattie professionali?

“Purtroppo è aumentata la gravità degli infortuni. Così come sono cresciute molto le malattie professionali, anche a causa dell’aumento dell’età dei lavoratori: tanti operai sono entrati in servizio quando c’era poca attenzione alle tematiche di salute e sicurezza e c’era un minor utilizzo di ausili meccanici, ad esempio per la movimentazione dei carichi. E adesso ne pagano le conseguenze, con gravi malattie all’apparato muscolo-scheletrico”.

Come vi state muovendo?

“Anche noi promuoviamo la campagna UIL ‘Zero morti sul lavoro’ e quotidianamente operiamo per promuovere salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Adesso ci stiamo concentrando sull’impiego in edilizia di nuovi materiali, in particolare prodotti chimici, su cui stiamo organizzando un’iniziativa ad hoc. Anche i cambiamenti climatici però influiranno sull’insorgere di malattie professionali, come i tumori della pelle dovuti all’esposizione al sole, ed è necessario lavorare per contrastarne gli effetti”.

Come affrontate il tema del grande caldo?

“La Sardegna, insieme alla Sicilia, è sicuramente tra le regioni italiane più esposte al grande caldo. Come FENEAILUIL, anche quest’anno ci siamo attivati per tempo e abbiamo coinvolto anche Cigl e Cisl, chiedendo alla Presidente della Regione, Alessandra Todde, di intervenire con un provvedimento specifico. In data 26 giugno è stata emessa l’ordinanza regionale, sulla falsariga di quella pubblicata lo scorso anno, che riguarda anche l’agricoltura e il florovivaismo. Viene vietata l’attività lavorativa che prevede un’esposizione prolungata al sole dalle ore 12.30 alle 16, fino al 31 agosto, nei giorni in cui la mappa di Worklimate segnala livelli alti di rischio”.

Insomma, state ottenendo buoni risultati.

“Ci confrontiamo costantemente con le Istituzioni sul tema ‘caldo’ e c’è ormai una certa sensibilità da parte degli Enti locali. Dove possibile, abbiamo anche ottenuto la modifica dell’orario di lavoro, anticipandone l’inizio, anche alle ore 6. Oppure, abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione, anche in orari diversi da quelli previsti dall’ordinanza regionale, quando la temperatura effettiva o percepita è di almeno 35 gradi, anche per singole fasi lavorative. Purtroppo, non tutte le aziende hanno un’adeguata sensibilità sull’argomento e in molti casi siamo dovuti intervenire noi come Sindacato per fermare i lavori e fare attivare la cassa integrazione”.

Criticità?

“Un tasto dolente è la mancanza di RLST, ma ci stiamo accordando per istituire un’associazione di RLST dell’edilizia in tutta la Sardegna. È una questione importante, su cui stiamo lavorando costantemente, per promuovere concretamente, nei cantieri, salute e sicurezza. In un settore così frammentato come quello delle costruzioni, con imprese spesso con meno di cinque dipendenti, è fondamentale l’ausilio di RLST”.

Quali sono le prospettive future?

“Ci auguriamo proseguano i lavori per il potenziamento delle infrastrutture della Sardegna, in particolare quelle ferroviarie, per migliorare la viabilità, sia interna, che verso il ‘continente’, per superare l’isolamento e favorire lo sviluppo. Anche le dighe necessiterebbero di interventi di ri-ammodernamento e messa a norma, così come le reti idriche, obsolete, risalenti per lo più agli anni Cinquanta e Sessanta, con dispersioni di acqua anche fino al 50%. Tutti interventi necessari per la crescita, non solo economica, ma anche sociale e occupazionale, dell’isola”.

Un sogno nel cassetto?

“Se verrà realizzato l’Einstein Telescope (ET), nell’ex miniera di Sos Enattos a Lula, in provincia di Nuoro, potrebbero arrivare milioni di euro di investimenti per un centro di ricerca sulle onde gravitazionali che sarà un punto di riferimento a livello mondiale. Facciamo il tifo per la Sardegna: sarebbe una grande opportunità per l’entroterra sardo, per promuovere l’occupazione, contrastare lo spopolamento e la denatalità e favorire un ‘New Deal’ per la regione. Dopo gli scompensi dovuti alla de-industrializzazione della zona di Ottana, con una forte emigrazione e una ‘fuga di cervelli’, potrebbe essere l’occasione giusta per la rinascita dell’area e di tutto il comparto edile sardo”.

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