RLST dal 2020, prima ad Alessandria e da febbraio del 2023 ad Asti, Omar Casciano ci racconta difficoltà e soddisfazioni di un ruolo complicato, ma fondamentale per promuovere salute e sicurezza nel comparto delle costruzioni.
“Come rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali – ci spiega – abbiamo spesso difficoltà nel fare recepire ai datori di lavoro informazioni e suggerimenti per migliorare le condizioni di salute e sicurezza. Così come c’è poco confronto con gli organi di vigilanza e controllo”.
“Spesso – lamenta – non veniamo presi in considerazione: negli ultimi cinque anni, non sono mai stato interpellato da ispettori di Spresal o Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL)”.
“Non bastano – sostiene Casciano – sanzioni a imprese ‘sane’, che magari possono pagarle, ma serve una maggiore sinergia con i RLST, che operano quotidianamente nei cantieri, anche in quelli più ‘complicati’, e conoscono bene le specifiche realtà lavorative”.
Decisamente più positivo il rapporto con i lavoratori: “Troviamo grande disponibilità da parte degli operai, che ci ascoltano e ci chiedono consiglio. Si fidano di noi e di quanto diciamo loro, anche in occasione di percorsi formativi”. “Quando veniamo interpellati – aggiunge – possiamo fornire un utile contributo e intervenire concretamente per rendere più agevoli le condizioni di lavoro e più sicuri i cantieri”.
Una nota dolente arriva però dalle modalità con le quali sta venendo gestito l’avvio della ‘Patente a crediti’. “Nel Portale dell’Ispettorato del Lavoro – denuncia Omar Casciano – possiamo vedere solamente il saldo dei punti. La comunicazione dei dati è insufficiente e non credo sia una questione di privacy. Non capiamo come mai. Con più informazioni, potremmo fare un’opera di prevenzione più efficace, evitando tanti infortuni e malattie professionali”.
La richiesta è quella di avere un accesso completo da parte di RLST e bilateralità ai dati della patente a crediti, in particolare per quanto riguarda i punti persi e i motivi alla base delle decurtazioni, per poter così intervenire concretamente all’interno delle singole realtà imprenditoriali per rafforzare la cultura della salute e sicurezza. Se fossero disponibili maggiori informazioni, si potrebbero anche elaborare statistiche accurate ed evidenziare in maniera puntuale le effettive criticità del settore.
“La battaglia per ‘Zero morti sul lavoro’ – afferma – si combatte anche attraverso la condivisione di informazioni e la trasparenza”. Così come servirebbe un maggiore scambio di informazioni e più consapevolezza sugli effetti dei cambiamenti climatici.
“In questo periodo – ci racconta Casciano – stiamo affrontando la questione caldo e molti lavoratori cominciano a fermarsi quando vengono informati dei propri diritti, ribaditi anche da un’ordinanza regionale. Purtroppo in molti cantieri non vengono messe a disposizione neanche le bottigliette d’acqua e, ancora meno, le protezioni solari. C’è il rischio che aumentino i tumori della pelle”.
“Anche in questo caso – spiega – un confronto serio e continuo permetterebbe ai lavoratori di operare in serenità, senza stress: si produrrebbe di più e non si rischierebbe la propria salute. Non dobbiamo abituarci a lavorare in mancanza del rispetto delle condizioni di salute e sicurezza E senza formazione, anche per quanto riguarda i datori di lavoro”. “Purtroppo – conclude Casciano – ci sono pochi RLST: si potrebbe fare molto di più con altre risorse”.







