Il decreto legge n. 77, emanato il 31 maggio 2021, definisce il quadro normativo nazionale, finalizzato a semplificare e agevolare la realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dal Piano Nazionale per gli Investimenti complementari e dal Piano Integrato per l’energia e il Clima 2030.
Nel PNRR ricoprono un ruolo centrale gli investimenti in termini di opere e infrastrutture pubbliche; questo si tradurrà nell’apertura di numerosi cantieri lungo la Penisola.
Però, com’è noto, i tempi di realizzazione delle opere pubbliche nel nostro Paese sono storicamente lunghissimi; un limite da superare per rendere operativo un piano così ambizioso e complesso.
In un recente articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore a firma di Giorgio Santilli, si legge infatti:
“Una delle grandi sfide del PNRR – forse la sfida più ardua – è riuscire ad abbattere i tempi di realizzazione delle infrastrutture in Italia da una media di 16 anni a cinque-sei anni […]. Come è chiaro dalle grandezze temporali in campo, non è un’operazione che si può fare con qualche ritocco al codice degli appalti o ad altre legislazioni ordinarie vigenti. […] Spetta quindi al decreto legge 77/2021, il Decreto Semplificazioni varato dal Governo Draghi, il compito di voltare pagina e creare strumenti nuovi per centrare l’obiettivo.”
Insomma, non si possono realizzare le opere previste dal PNRR, nei tempi imposti dall’Europa, senza ripensare il sistema degli appalti pubblici e in particolare dei subappalti. È necessario un quadro normativo più agile, senza il quale non si possono centrare gli obiettivi prefissati.
Vediamo insieme in cosa consiste il DL Semplificazioni e cosa prevede nello specifico per il subappalto.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è il DL Semplificazioni
Il Decreto Legge 31 maggio 2021, n. 77, altrimenti noto come DL Semplificazioni, ha come oggetto “Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
Come si legge nell’articolo 1, si tratta di un decreto finalizzato a semplificare e agevolare la realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nel concreto, si tratta di una serie di misure con le quali il Governo Draghi intende velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche, in particolare quelle previste dal PNRR, semplificando le procedure e sburocratizzando alcuni passaggi.
Cosa cambia per i subappalti?
Nella parte introduttiva dell’articolo abbiamo menzionato l’importanza dello strumento del subappalto per rendere operativo il PNRR, ovviamente per quanto concerne i cantieri e le opere pubbliche.
Proprio per questo motivo, l’articolo 49 del DL Semplificazioni contiene alcune significative “Modifiche alla disciplina del subappalto”.
Vediamo quali sono queste novità:
- fino al 31 ottobre 2021, in deroga alle norme in vigore che prevedono un limite del 30%, il subappalto non può superare la quota del 50% dell’importo globale del contratto di lavori, servizi o forniture;
- sono vietate l’integrale cessione del contratto di appalto e l’affidamento a terzi dell’intera esecuzione delle prestazioni o lavorazioni che ne sono oggetto;
- il subappaltatore deve garantire i medesimi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto e riconoscere ai lavoratori un trattamento economico e normativo non inferiore a quello che avrebbe garantito il contraente principale, compresa l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro;
- dal 1° novembre 2021, viene rimosso ogni limite quantitativo al subappalto.
Cosa succede, quindi, dal primo novembre in poi? Ci sarà una totale deregolamentazione del subappalto per le opere pubbliche?
Non esattamente.
Lo spiega in modo molto chiaro Vito Panzarella, segretario generale della FENEALUIL, in una recente intervista:
“Da quel momento, proprio per evitare deroghe alla sicurezza e ai diritti dei lavoratori, abbiamo chiesto e ottenuto che le aziende in subappalto, per le mansioni riguardanti l’edilizia, applichino il contratto collettivo degli edili. In questo modo ribadiamo un principio importante, ossia stesso lavoro, stesso contratto, e quindi stesso salario e diritti.”
Insomma, non ci sarà nessun “liberi tutti” a partire dal prossimo novembre; semplicemente si opererà in un regime più snello, che consente di accelerare i lavori nei cantieri, in particolare in quelli centrali per il PNRR (e per il Paese).
Queste modifiche sono frutto di un serrato dibattito e confronto tra le parti sociali e il Governo, che ha spinto quest’ultimo a tornare sui propri passi in merito ad alcune decisioni iniziali.
Come ricorda il segretario Panzarella, la discussione si è fatta particolarmente accesa in merito a due aspetti: il subappalto e il massimo ribasso.
Su quest’ultimo, si è così espresso:
“Sul massimo ribasso, abbiamo condotto una trattativa serrata convincendo il Governo a stracciare quel provvedimento perché ingiusto.”
Sul subappalto, invece:
“Siamo arrivati a un risultato che tiene insieme le esigenze di tutela dei lavoratori e una maggiore liberalizzazione, come chiesto dalle direttive europee. In altre parole c’è più libertà, ma senza cadere nell’anarchia e nell’assenza di regole e tutele.”
Subappalto: specializzazione e rispetto degli standard
Sugli appalti, il giudizio del Sindacato è il seguente:
“Siamo passati da una visione quantitativa a una qualitativa del subappalto. Questo è il risultato più importante di questa partita, che non si è ancora conclusa. Ora si apre il secondo tempo.”
Particolare attenzione viene posta sul cambio di approccio allo strumento del subappalto, che Panzarella ricorda deve essere basato
“su ragioni di specializzazioni e qualità proprie di lavorazioni particolari e specialistiche anziché, come avveniva fino a ieri, sulla mera convenienza economica con fenomeni di cottimismo e intermediazione di manodopera”.
Semplificando, l’azienda che vince l’appalto deve trasferire una parte della lavorazione a una realtà terza solo perché essa può offrire competenze molto verticali su un aspetto specifico e non per poter pagare meno i lavoratori.
Non a caso è stato introdotto, perché richiesto a gran voce dalle parti sociali, l’obbligo di rispetto degli stessi standard, compresa l’applicazione del CCNL di categoria, a tutte le imprese in subappalto.
“Vanno rispettate norme e contratti in tutta la catena dei subappalti assestando finalmente un colpo mortale a tutti i fenomeni di dumping contrattuale, cosiddetti contratti pirata da troppo tempo presenti sui cantieri.”
Conclusioni
Le novità introdotte dal DL Semplificazioni 2021 su appalti e subappalti sono frutto, come visto, del continuo confronto tra le parti sociali e il Governo e rappresentano un punto di partenza importante, che richiede in ogni caso ancora altri interventi di “rifinitura”.
Ci si attende uno snellimento delle procedure, con conseguente accelerazione dei cantieri, senza creare però una giungla di deroghe su deroghe in nome della centralità delle opere pubbliche.
Nell’intervista al segretario Panzarella emerge un interessante giudizio sull’intero impianto normativo approvato:
“Se non c’è nessuno tipo di risparmio, di carattere economico o sindacale, o se l’affidatario e il subappaltatore hanno la stessa responsabilità davanti alla stazione appaltante si riducono anche le ragioni e le convenienze del subappalto. In sintesi un disincentivo a subappaltare. Siamo convinti che questo nuovo paradigma possa rappresentare una spinta verso la strutturazione e la specializzazione delle imprese del settore, oggi caratterizzate dal nanismo e con una media di addetti che non arriva a 3 dipendenti, mentre per realizzare i progetti inseriti nel PNRR occorre un sistema imprenditoriale molto più strutturato e solido.”
Insomma, il subappalto non deve più essere una soluzione per pagare meno gli operai e massimizzare i profitti, ma deve tradursi in uno strumento volto all’ottimizzazione dei processi e alla specializzazione delle imprese nel settore delle costruzioni, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.