In un periodo di grande espansione del mercato delle costruzioni dovuto all’apertura di tantissimi cantieri legati ai bonus edilizi e alla ripresa del settore, l’impatto dei costi energetici sta avendo effetti devastanti. Dalla fine del 2020, quasi tutti i materiali hanno fatto registrare aumenti di prezzo, ma il balzo dei costi delle ultime settimane, anche per effetto della guerra tra Ucraina e Russia, mette fortemente a rischio i cantieri italiani.
Da un lato, la fiammata inflativa legata ad un eccesso di domanda si va sommando ad un rincaro senza precedenti dei costi delle materie prime e dell’energia, producendo fenomeni anche di speculazione evidenti tra gli addetti ai lavori. Dall’altro, aver assegnato con ritardo opere a prezzi spesso oggetto di scriteriati ribassi sta portando decine di interventi, sia di manutenzione che di nuove costruzioni, all’insostenibilità economica. Risultato: si stanno già fermando alcuni importanti cantieri, dalle manutenzioni straordinarie autostradali alla ricostruzione del Centro Italia, e si rischia di perdere migliaia di posti di lavoro, in un settore strategico per il Paese, come quello delle costruzioni.
I principali centri di trasformazione siderurgici, gli impianti per la produzione di laterizi e manufatti cementizi, materie plastiche e altro hanno sospeso o hanno già preannunciato possibili chiusure e gli effetti si ripercuotono sulle imprese edili costrette a chiudere i cantieri con rischi enormi in termini di tenuta dei livelli occupazionali e di coesione sociale.
Ogni comparto del settore è coinvolto e l’intera economia rischia di bloccarsi, se pensiamo che quasi il 20% del PIL Italiano è legato all’edilizia. Nelle ultime settimane siamo riusciti, nonostante la situazione di incertezza, unita all’emergenza pandemica e geopolitica, a rinnovare due importanti contratti per i lavoratori dell’edilizia e del cemento. Abbiamo assicurato significativi aumenti salariali, garantendo al contempo passi in avanti su tutti i temi e mettendo sempre al centro il lavoro di qualità, sicuro e tutelato, ma ora la situazione rischia di andare fuori controllo.
Dobbiamo essere consapevoli che fermare oggi i cantieri vuol dire fermare la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione dei quartieri degradati, l’edilizia sociale, la ristrutturazione di scuole e ospedali, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica e sismica delle città.
È a rischio il PNRR e la nostra chance di migliorare in termini di maggiore efficienza, innovazione e sostenibilità. O si interviene urgentemente sugli adeguamenti degli importi precedentemente definiti nei bandi e, al contempo, si fissano dei prezzi calmierati sulle principali materie prime e prodotti dell’edilizia, oppure tra poco assisteremo al blocco generalizzato dei cantieri, tanto delle opere private che, soprattutto, delle opere pubbliche.
Serve una soluzione rapida e netta, come l’aggiornamento automatico delle somme aggiudicate, e un paniere di beni e materiali da sottoporre a prezzi massimi calmierati, sul modello di quanto si va discutendo in materia di benzina, anche al fine di contrastare fenomeni speculativi. Per queste ragioni, abbiamo chiesto un incontro al Governo al fine di evitare il fermo dei cantieri o il rischio che, per tenerli aperti, si scarichi sui lavoratori, sui loro salari e sulla loro sicurezza, l’assenza di interventi governativi.
di Vito Panzarella – Segretario generale FENEALUIL