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Cosa s’intende per stress correlato al lavoro

A cura di:

Agosto 21, 2023

Cosa s'intende per stress correlato al lavoro

Nell’era moderna, in cui la velocità delle comunicazioni, le sfide competitive e le aspettative personali si intrecciano nella realtà lavorativa, lo stress correlato al lavoro è diventato una componente sempre più rilevante nelle vite di molte persone.  

Questo fenomeno non conosce confini settoriali o geografici, colpendo lavoratori in ogni campo e posizione, dalla base dell’organigramma sino alle vette della gerarchia aziendale. 

Sebbene lo stress possa servire da motore di stimolo in alcune circostanze, quando raggiunge livelli eccessivi o diventa cronico, può generare conseguenze fisiche, psicologiche e sociali significative

Vediamo insieme cosa s’intende per stress correlato al lavoro, individuando le cause principali e i possibili effetti sulla salute di lavoratrici e lavoratori. Infine, analizzeremo i dati raccolti dal progetto di ricerca A.L.I.S.E.I. – Abilità lavorativa, invecchiamento e salute nell’edilizia in Italia, svolto per conto del Formedil dall’Università degli studi di Milano.

Cos’è lo stress correlato al lavoro

Lo stress correlato al lavoro, noto anche come stress occupazionale o stress da lavoro, si verifica quando un individuo sperimenta una serie di fattori stressanti o pressioni psicologiche a causa delle condizioni, delle responsabilità e delle aspettative legate al proprio ambiente lavorativo. 

Questo tipo di stress è strettamente legato alle sfide e alle richieste che emergono nell’ambito professionale e può avere effetti significativi sulla salute fisica, mentale ed emotiva di una persona.

Quali sono le cause principali?

Le cause dello stress correlato al lavoro possono variare ampiamente, e includono:

  • carico di lavoro: troppo lavoro, scadenze strette e richieste eccessive possono contribuire a un aumento dello stress. Anche la mancanza di risorse e strumenti adeguati per svolgere il lavoro può causare tensione;
  • ambiente lavorativo: un ambiente lavorativo poco stimolante, conflitti interpersonali, mancanza di supporto da parte dei colleghi o dei superiori possono generare tensioni e ansia;
  • insicurezza e incertezza: l’insicurezza sul posto di lavoro, come la paura di perdere il lavoro o la mancanza di stabilità contrattuale, può aumentare il livello di stress;
  • disuguaglianza salariale e ricompense: sentirsi sottovalutati o ricevere ricompense insufficienti per lo sforzo e l’impegno può causare insoddisfazione e frustrazione;
  • equilibrio tra vita lavorativa e vita personale: una mancanza di equilibrio tra le responsabilità lavorative e i momenti di riposo e svago può contribuire allo stress;
  • aspettative elevate: aspettative irrealistiche o pressioni per raggiungere obiettivi inarrivabili possono generare tensioni e ansia;
  • mancanza di controllo: sentirsi privi di controllo sulle proprie attività lavorative può aumentare il senso di impotenza e stress;
  • rapporti interpersonali: conflitti con colleghi, superiori o clienti possono generare tensioni significative;
  • ambiente fisico: condizioni di lavoro poco salubri, rumorose o prive di comfort possono influenzare negativamente lo stress dei lavoratori.

La gestione efficace dello stress sul posto di lavoro è diventato un obiettivo cruciale per individui e organizzazioni, al fine di promuovere il benessere dei lavoratori e migliorare la produttività complessiva.

Possibili effetti sulla salute

Lo stress correlato al lavoro può avere una serie di effetti negativi sulla salute, sia fisica che mentale. L’accumulo prolungato di stress può innescare una risposta fisiologica nel corpo che, se non affrontata adeguatamente, può portare a gravi conseguenze

Ecco alcuni possibili effetti sulla salute causati dallo stress correlato al lavoro:

  • effetti fisici:
    • problemi cardiovascolari: l’eccessiva attivazione del sistema nervoso simpatico in risposta allo stress può contribuire all’aumento della pressione sanguigna e al rischio di malattie cardiache;
    • disturbi del sonno: può disturbare il sonno, causando insonnia o un sonno di scarsa qualità. Questo può portare a una diminuzione dell’energia, della concentrazione e del benessere generale;
    • sistema immunitario compromesso: può indebolire il sistema immunitario, rendendo l’individuo più suscettibile a infezioni e malattie;
    • problemi digestivi: può causare disturbi gastrointestinali, come bruciore di stomaco, disturbi intestinali e altri problemi digestivi;
    • dolore fisico: può aumentare la sensibilità al dolore e contribuire a sintomi come mal di testa, tensione muscolare e dolori diffusi;
    • aumento del rischio di obesità: può influenzare le abitudini alimentari e il metabolismo, aumentando il rischio di aumento di peso e obesità.
  • Effetti mentali ed emotivi:
    • ansia e depressione: può aumentare il rischio di sviluppare ansia e depressione, compromettendo la salute mentale complessiva;
    • burnout: l’accumulo prolungato di stress può portare all’esaurimento professionale (c.d. burnout), caratterizzato da stanchezza estrema, cinismo e disinteresse per il lavoro;
    • difficoltà di concentrazione: può interferire con la capacità di concentrazione, memoria e processo decisionale;
    • irritabilità e cambiamenti dell’umore: l’irritabilità, l’agitazione e i cambiamenti dell’umore possono essere conseguenze dello stress occupazionale;
    • bassa autostima: può influenzare negativamente la percezione di sé stessi e la fiducia nelle proprie capacità;
    • isolamento sociale: può portare a ritirarsi socialmente, isolandosi dagli amici, dalla famiglia e dalle attività piacevoli.

Affrontare lo stress correlato al lavoro in modo tempestivo e adottare strategie di gestione può contribuire a prevenire o mitigare questi effetti negativi sulla salute. È importante che sia gli individui che le organizzazioni lavorino insieme per promuovere un ambiente di lavoro salutare e implementare pratiche di gestione dello stress efficaci.

Progetto di ricerca A.L.I.S.E.I.

Sul tema dello stress correlato al lavoro ha indagato anche il Progetto di ricerca A.L.I.S.E.I. (Abilità lavorativa, Invecchiamento e Salute nell’Edilizia in Italia), svolto per conto del Formedil dall’Università degli studi di Milano – Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, dal quale emergono alcuni dati molto interessanti

Come si legge nella ricerca, 

“Tale aspetto è stato indagato tramite l’Indice ERI (“Effort Reward Imbalance”), volto a definire se vi sia un “Rapporto sbilanciato” tra lo “Sforzo” richiesto dal lavoro (inteso come carico psicofisico, orari, sicurezza, responsabilità) e la “Ricompensa” ricevuta, intesa come riconoscimento, supporto, posizione e, retribuzione.”

Approfondiamo insieme.

Cos’è l’Indice ERI? 

L’Indice ERI, abbreviazione di “Effort Reward Imbalance” (in italiano “Squilibrio tra Sforzo e Ricompensa”), è uno strumento sviluppato da Johannes Siegrist, un ricercatore tedesco, e utilizzato in campo psicologico e della salute occupazionale per valutare la disuguaglianza tra l’energia e lo sforzo che un individuo investe nel proprio lavoro e le ricompense che ne riceve in cambio

L’Indice ERI prende in considerazione due componenti principali:

  • sforzo: rappresenta l’intensità e la quantità di sforzo fisico, mentale ed emotivo che un individuo investe nel proprio lavoro. Questo può includere il carico di lavoro, la pressione temporale, la complessità delle attività e lo stress legato alle responsabilità;
  • ricompensa: comprende le gratificazioni, sia monetarie che non, che un individuo riceve in cambio dell’impegno professionale. Queste ricompense possono essere stipendio, riconoscimento, opportunità di crescita professionale, sicurezza sul lavoro e supporto sociale.

L’Indice ERI misura quindi il rapporto tra lo sforzo investito e le ricompense ottenute. Se questo rapporto è sbilanciato a favore dello sforzo rispetto alle ricompense, si dice che ci sia uno “squilibrio tra sforzo e ricompensa”. Questa situazione può essere associata a livelli elevati di stress lavorativo, insoddisfazione professionale, e persino problemi di salute fisica e mentale nel lungo termine.

L’Indice ERI è stato ampiamente utilizzato nella ricerca sugli effetti dello stress correlato al lavoro, e ha contribuito a una maggiore comprensione dell’importanza di un equilibrio adeguato tra lo sforzo impiegato e le ricompense ottenute per il benessere complessivo dei lavoratori.

Stress correlato al lavoro: i dati della ricerca A.L.I.S.E.I.

Come accennato, la ricerca A.L.I.S.E.I. si è soffermata anche sul tema dello stress correlato al lavoro nel settore delle costruzioni, acquisendo i seguenti dati. 

1. Età

In tutti e tre gruppi di età, ovvero <35, 36-50 e >50, i valori medi generali dell’Indice ERI sono risultati nettamente inferiori a 1, indicando un buon equilibrio tra l’impegno richiesto e le ricompense ricevute, derivante da un minor peso del fattore “Sforzo” rispetto a un più elevato fattore “Ricompensa”

Con l’avanzare dell’età, lo “Sforzo” percepito tende leggermente ad aumentare mentre la “Ricompensa” percepita tende leggermente a calare, ma non in modo statisticamente significativo.

stress correlato al lavoro

Il 93% dei soggetti è risultato in condizioni di soddisfacente equilibrio nel rapporto “Sforzo/Ricompensa”. Solo 85 soggetti (5.4%) hanno presentato una condizione di squilibrio moderato (ERI tra 1 e 1,5), mentre 25 persone (1.6%) sono risultate essere in una condizione di squilibrio franco (ERI > 1,5).

stress correlato al lavoro

In tutte e due le condizioni di squilibrio, il gruppo di età intermedio è risultato leggermente più rappresentato, anche se non in modo statisticamente significativo.

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2. Nazionalità

Per quanto concerne la nazionalità, dai dati raccolti non emergono differenze statisticamente significative tra i tre gruppi (italiana, europea, extracomunitaria), e per tutte e tre le classi di età, pur rilevando valori medi e massimi leggermente inferiori nei lavoratori di provenienza extracomunitaria rispetto ai lavoratori comunitari e italiani, sia per quanto concerne l’Indice ERI che per il fattore “Sforzo”.

Il fattore “Ricompensa” risulta invece ugualmente elevato in tutti e tre i gruppi.

stress correlato al lavoro

Tra i soggetti che hanno riportato un Indice ERI superiore a 1, quindi una condizione di squilibrio moderato o franco, si rileva un’incidenza leggermente inferiore tra gli italiani (5.7%) rispetto sia agli extracomunitari (8.0%) che ai provenienti dai Paesi UE (10,4%), ma non statisticamente significativa tenendo conto della notevole disuguaglianza numerica tra i tre gruppi.

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3. Area territoriale

Anche per quanto riguarda la sede di lavoro, l’indice ERI non presenta differenze significative tra le tre aree (Nord, Centro, Sud), pur rilevando una maggiore variabilità al Centro e al Sud.

Riguardo alla percezione dello “Sforzo”, il livello medio risulta leggermente più basso nel Sud Italia, mentre al Centro si evidenzia una maggiore tendenza all’aumento con l’avanzare dell’età. Riguardo alla “Ricompensa”, non ci sono sostanziali differenze tra le tre aree territoriale né tra le tre classi di età.

stress correlato al lavoro
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Tra i soggetti con uno squilibrio medio-alto, si rileva un’incidenza leggermente superiore al Nord (8.2%) rispetto al Centro (7.2%) e al Sud (5.1%), ma non statisticamente significativa.

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4. Mansione

Nell’ambito della mansione svolta, non si rilevano differenze statisticamente significative, pur notando valori leggermente più alti negli addetti a “Lavori di Ufficio” e più bassi nei gruppi “Lavorazione metalli” e “Manovale”; lo stesso dicasi per il fattore “Ricompensa”, in relazione al quale però si rilevano livelli leggermente più alti nel gruppo “Manovale”, “Muratore” e “Lavorazione metalli”, e leggermente più bassi nei lavoratori addetti alla “Conduzione mezzi”.

stress correlato al lavoro
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Tra i soggetti con squilibrio medio-alto si rileva una distribuzione diffusa dei casi nei vari gruppi, con un’incidenza leggermente superiore in “Conduzione di mezzi” (11.0%) e “Altro” (10,8%), ma non statisticamente significativa tenendo conto della notevole disuguaglianza numerica tra i vari gruppi.

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5. Condizioni di lavoro

L’Indice ERI è risultato essere correlato significativamente e in maniera diretta, quindi con una maggiore condizione di squilibrio, con l’aumentare dello “Sforzo” richiesto dal lavoro e dell’ “Overcommitment”, del lavoro sotto pressione nonché del carico di lavoro mentale, emozionale e cognitivo, ma anche in maniera inversa, quindi positivamente, con l’aumentare del fattore “Ricompensa”,  della soddisfazione lavorativa , del “vigore” e della “dedizione” riposti nel lavoro.

stress correlato al lavoro
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6. Casa-lavoro

La sovrapposizione tra impegno lavorativo ed attività extra-lavorative può spesso incidere in misura significativa, contribuendo ad acuire la percezione dei fattori stressogeni, tanto lavorativi quanto extra-lavorativi, determinando un circolo vizioso con ripercussioni negative su entrambi i fronti.

Dai dati raccolti emerge un grado di interferenza moderato, con qualche differenza all’interno dei diversi gruppi, leggermente più alto al Nord e al Centro rispetto al Sud, tra gli italiani rispetto agli stranieri, e leggermente inferiore nei soggetti più anziani.

Tra le mansioni, le interferenze sono denunciate un po’ di più dal gruppo “Lavori d’ufficio” e meno dagli addetti alla “Lavorazione metalli”.

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A cura di:

FENEALUIL-House organ n. 11
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