Il settore delle Costruzioni rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia del nostro Paese, contribuendo in modo significativo all’incremento del prodotto interno lordo.
Tuttavia, questa vitalità economica è accompagnata da un altissimo livello di rischio per i lavoratori, come tragicamente evidenziato dall’analisi condotta dall’INAIL “Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”, pubblicata a dicembre del 2023.
Approfondiamo i dati pubblicati dall’INAIL e cerchiamo di ricostruire una fotografia del settore delle Costruzioni e della situazione relativa agli infortuni sul lavoro.
Di cosa parliamo in questo articolo
In calo gli investimenti nel settore delle costruzioni
Le Costruzioni hanno rappresentato un traino significativo per la crescita del PIL nazionale nel biennio 2021-2022, grazie anche agli investimenti derivanti da incentivi fiscali governativi come il Superbonus 110%, i vari bonus edilizi e la cessione del credito tramite lo sconto in fattura.
Tuttavia, già dal secondo trimestre del 2023 si è registrato un calo degli investimenti nel Settore, con una diminuzione del 4,8% su base annua secondo l’Istat.
Questo calo degli investimenti ha influenzato anche il PIL nazionale, che ha mostrato un rallentamento nello stesso periodo.
L’inflazione persistente e l’aumento dei tassi di interesse hanno contribuito a ridurre il potere d’acquisto delle famiglie e a rendere più difficile l’accesso ai mutui, causando una flessione del mercato immobiliare nel secondo trimestre del 2023 (-12,5% secondo l’Ance).
Per quanto concerne la dimensione delle imprese, le aziende edili sono in gran parte di piccole dimensioni, con meno di 10 lavoratori, e sono principalmente dedicate a lavori di costruzione specializzati.
Nel complesso, il settore delle Costruzioni coinvolge il 7,8% degli addetti e l’11,3% delle aziende nazionali operanti nell’Industria e servizi, con circa 500.000 imprese e 1.350.000 lavoratori nel quinquennio 2017-2021.
Nel corso del periodo analizzato (2017-2021), si è registrata una crescita del 3,9% nel numero di aziende e dell’11,4% nel numero di addetti nel Settore.
Il numero di ore lavorate è aumentato nel corso degli anni, passando dal 6,9% del totale nel quinquennio 2017-2021 al 7,7% nel 2022.
+3,4% degli infortuni sul lavoro
L’indagine rivela che nel 2022 il Settore ha registrato un aumento del 3,4% negli infortuni sul lavoro rispetto all’anno precedente, per un totale di 40.135. Tuttavia, questa tendenza è in linea con i dati del periodo pre-pandemico 2018-2019, suggerendo una correlazione diretta con l’incremento dell’occupazione nel comparto, che nel 2022 è stato del 3,9%.
Gli infortuni sono principalmente avvenuti sul posto di lavoro (91%), ma si è registrato un notevole aumento (+5%) di quelli in itinere. In termini di mortalità, il settore delle Costruzioni si posiziona al secondo posto, con 175 decessi, rappresentando una diminuzione del 16% rispetto all’anno precedente e il dato più basso dell’ultimo quinquennio.
Analizzando il profilo degli infortunati, emerge una predominanza maschile (97%), con una significativa quota di lavoratori stranieri, che rappresentano il 26% delle denunce e il 21% degli eventi mortali del 2022. Le cadute dall’alto risultano essere una delle cause più frequenti di infortuni, seguite dal contatto con agenti materiali taglienti e dagli sforzi fisici.
+20% di malattie professionali
Un aspetto preoccupante riguarda le malattie professionali (o tecnopatie), il cui numero è in costante aumento. Nel 2022 sono state denunciate 10.238 malattie di origine professionale, con un aumento del 20,2% rispetto al 2018.
La maggioranza delle patologie nel 2022 è stata denunciata da lavoratori italiani (9.409), mentre l’8,1% è stato denunciato da lavoratori stranieri (829), principalmente non comunitari.
Tra i lavoratori nati in Italia, l’85% delle patologie riguarda gli occupati over 49 anni, mentre per i nati all’estero questa percentuale è del 71,2%. La classe tra i 50 e i 64 anni è quella con il maggior numero di denunce.
Nel quinquennio considerato, si è osservato un aumento delle tecnopatie tra gli edili di età superiore ai 49 anni, passando dalle 6.663 del 2018 alle 8.509 del 2022.
Nel complesso, i lavoratori del Settore presentano maggiormente patologie a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, con 7.506 denunce nel 2022, rappresentando poco più del 75% del totale dei casi codificati.
La posizione della FENEALUIL
In conclusione, l’analisi condotta dall’INAIL evidenzia la complessità delle sfide legate alla sicurezza sul lavoro nel settore delle Costruzioni.
L’adozione di strategie preventive mirate e la condivisione delle informazioni possono contribuire significativamente a ridurre il numero di infortuni e a migliorare le condizioni di salute dei lavoratori in un comparto essenziale per l’economia del nostro Paese.
A tal proposito, la posizione espressa dalla FENEALUIL in merito, rinvenibile nel comunicato pubblicato sul sito istituzionale del Sindacato e sul sito della UIL Zero Morti Sul Lavoro, è la seguente:
“Il tema della salute e sicurezza sul lavoro va affrontato subito e non episodicamente, con una visione quanto mai complessiva e di prospettiva e con un coinvolgimento reale di chi nei luoghi di lavoro c’è davvero e avverte la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, la disperazione delle famiglie e l’indignazione dell’intero Paese”.
Pur riconoscendo i passi in avanti compiuti negli anni passati – in particolare, il Durc di congruità, l’applicazione dei contratti di Settore anche a tutta la filiera e la riduzione degli anni di contribuzione per l’accesso all’Ape sociale – il Sindacato sottolinea le mancanze di quest’ultima legge di bilancio in merito a temi essenziali, come gli investimenti, le assunzioni e il rafforzamento delle ispezioni.
In tal senso, le richieste della FENEALUIL rivolte all’Esecutivo comprendono:
- l’applicazione della Patente a punti, già prevista dal Testo unico sulla sicurezza;
- la definizione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi;
- più investimenti su formazione e informazione;
- il rafforzamento dell’utilizzo della tecnologia per la prevenzione degli infortuni;
- l’introduzione di aggravanti per gli infortuni sul posto di lavoro;
- un monitoraggio specifico su salute e sicurezza, prevedendo, ad esempio, una procura nazionale e ulteriori assunzioni di personale ispettivo, unitamente a misure per far emergere il sommerso, quali i patti territoriali contro l’illegalità, ma anche a misure agevolative.
In conclusione, si legge nel comunicato del Sindacato:
“Sollecitiamo il Governo a intervenire con provvedimenti concreti e mirati senza aspettare la prossima tragedia troppo spesso annunciata”.