L’industria delle Costruzioni in Italia è in piena espansione, grazie soprattutto al sostegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sta iniettando risorse significative nel Settore, contribuendo a risultati straordinari.
L’Osservatorio della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili (CNCE) ha recentemente rilasciato dei dati che mostrano come il comparto stia registrando una crescita stabile, trainata da un aumento di ore lavorate, dal numero di lavoratori attivi e da una massa salari in crescita.
Vediamo nel dettaglio i dati del primo semestre dell’anno.
Di cosa parliamo in questo articolo
Crescita generale, con un’unica eccezione
Nel confronto con i dati del 2023, emerge un trend di crescita su quasi tutti i fronti: le ore lavorate, il numero medio di lavoratori e la massa salari sono aumentati sensibilmente.
Tuttavia, il numero di imprese attive ha registrato un leggero calo, pari allo 0,2%.
Questa diminuzione, secondo il CNCE, è legata a un cambiamento nella distribuzione dei lavori: le grandi opere stanno guadagnando più spazio rispetto ai piccoli progetti, determinando una maggiore concentrazione di risorse nelle mani delle aziende più grandi.
Ore lavorate e massa salari in crescita
Analizzando i dati nel dettaglio, vediamo che le ore lavorate sono aumentate del 3,9% rispetto all’anno precedente, il numero di lavoratori attivi è cresciuto del 5,4% e la massa salari ha subito un incremento del 7%.
Se confrontiamo il primo semestre del 2024 con lo stesso periodo del 2022, la massa salari è passata da 4,7 miliardi a 5,2 miliardi di euro, con un aumento dell’11,26%.
Anche le ore lavorate e il numero di lavoratori mostrano una crescita importante: rispetto al 2022, le ore lavorate sono aumentate del 6%, mentre il numero di lavoratori è cresciuto di quasi il 10%.
Gli aumenti salariali contrattuali dell’ultimo anno, introdotti per contrastare la scarsità di manodopera qualificata, hanno influito significativamente su questa crescita, incentivando le imprese a offrire migliori condizioni retributive.
Le differenze su base regionale e territoriale
Come illustrato, il settore delle Costruzioni ha registrato un incremento delle ore lavorate su tutto il territorio nazionale, con alcune aree in forte ripresa.
In particolare:
- Nord Est: l’area ha registrato un’inversione di tendenza, passando da un calo dello 0,77% a una crescita del 3,01%;
- Sud e Isole: il Sud ha visto un aumento significativo delle ore lavorate (+6,49%), contro un timido 0,51% dell’anno precedente. Le Isole sono passate da un -3,27% a un +1,42%;
- Nord Ovest e Centro: nel Nord Ovest si osserva un rallentamento, con un aumento del 2,25% (contenuto rispetto al 5% dell’anno precedente), mentre il Centro resta pressoché stabile con un incremento del 5,12% (nel periodo precedente era pari al 4,34%).
Il commento del Sindacato
La crescita del settore delle Costruzioni, sostenuta dalle risorse del PNRR, è dunque solida e promette di mantenere il suo slancio anche nei prossimi anni. Per questo dobbiamo avere coraggio di gestire questa fase complessa di consolidamento e sviluppo del Settore, guardando agli interessi generali del Paese. Oggi ci sono tutte le condizioni per dimostrare che il nostro Settore è all’avanguardia e il nuovo contratto edile, a cui stiamo lavorando in questi mesi, vuole essere in continuità con le scelte degli ultimi contratti su qualificazione industriale e professionale.
Ma c’è anche l’altra importante priorità che sono i salari.
Nella nostra piattaforma unitaria di rinnovo abbiamo chiesto un aumento di 275 euro al parametro 100 (operaio comune). Siamo oggi facilitati da un contesto in cui sempre di più gli investimenti pubblici, privati e la stessa domanda di mercato chiedono più infrastrutture resilienti, più riqualificazione, più rigenerazione. E, venendo da anni di alti profitti e con l’aspettativa di crescita anche per i prossimi tre-quattro anni, siamo convinti ci siano tutte le condizioni per recuperare il potere d’acquisto perso dai lavoratori a causa dell’alta inflazione passata e per redistribuire ricchezza.
Nel contempo, grande attenzione va data alla qualità del lavoro e alla sicurezza dei lavoratori. Ricordiamo che, secondo l’Ispettorato nazionale del lavoro, nei lavori del PNRR il lavoro nero è la patologia più riscontrata, così come il forte aumento del lavoro grigio (lavoro fittizio) e delle sospensioni di attività d’impresa, sia per lavoro nero che per violazioni su salute e sicurezza. Pertanto, il Piano nazionale di contrasto al sommerso previsto dal PNRR può essere un ottimo strumento, ma va fatto funzionare, mentre finora, come sottolineato dalla UIL recentemente, non è stato così; le parti sociali sono state convocate solo due volte e molti importanti interventi previsti dal Piano, tra cui il Portale nazionale sommerso, volto all’interoperabilità delle banche dati e alla definizione dei nuovi indici denominati Isac (Indici sintetici di affidabilità contributiva), non sono stati messi a punto.
Siamo in un momento cruciale e dobbiamo fare del nuovo contratto edile un importante passaggio anche per migliorare tutto il nostro Settore. Occorre proseguire sulla strada della regolarità, della qualificazione e della professionalizzazione condivisa il più possibile con la parte più avanzata e innovativa delle imprese, per riconoscere valore alle professionalità e rendere attrattivo il lavorare in cantiere, anche grazie al nostro sistema bilaterale, un patrimonio consolidato e riconosciuto che va tutelato e rilanciato.
