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L’allarme della Corte dei Conti sugli obiettivi del PNRR

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Novembre 20, 2023

L’allarme della Corte dei Conti sugli obiettivi del PNRR

Lo scorso 6 novembre 2023, con la Delibera n. 34/SSRRCO/REF/2023, le Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti hanno approvato la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel primo semestre 2023.

Dalla relazione effettuata emergono alcuni ritardi, limiti e criticità legati al raggiungimento degli obiettivi fissati con il PNRR.

In particolare, la magistratura contabile ha sottolineato l’importanza di completare con urgenza il processo di rimodulazione del Piano avviato dal Governo 

“[…] per rimuovere fattori di incertezza, sia per le iniziative che rimarranno gestite nell’ambito del PNRR sia per quelle che dovranno fuoriuscirne, consentendo a soggetti responsabili e attuatori gli opportuni adattamenti.”

Vediamo, in sintesi, quali sono i principali rilevamenti effettuati dalla Corte dei Conti sugli obiettivi del PNRR.

1. Conseguimento degli obiettivi

La Sezione I della Relazione si concentra sull’avanzamento del Piano,  attraverso il monitoraggio del conseguimento degli obiettivi, sia di quelli concordati a livello europeo sia di quelli stabiliti in ambito nazionale. 

Risultano tutti conseguiti a sistema i 28 obiettivi concordati a livello europeo del primo semestre 2023, con il livello complessivo di attuazione che si attesta al 34% (era il 28% a fine 2022).

Meno performanti i risultati per le 54 scadenze di rilevanza nazionale, con un tasso di conseguimento più basso (74%), mentre il 19% circa figura in corso e un’ulteriore 7% risulta in ritardo.

Nel semestre in corso l’avanzamento del Piano prevede altri 69 obiettivi europei, la maggior parte dei quali interessati dalla proposta di revisione del Governo. 

Analizzando i dati disponibili tramite il sistema di rendicontazione ReGiS e quelli forniti dalle amministrazioni titolari, risulta che solo 10 obiettivi di questi 69 risultano già raggiunti e 57 figurano ancora in corso (83% del totale), mentre una quota più residuale appariva in ritardo rispetto alle tempistiche del cronoprogramma.

In particolare, dei 59 obiettivi ancora da raggiungere 10 sono classificati con un grado di difficoltà alta, 21 media e 28 bassa. Una situazione preoccupante, dunque, che viene confermata anche dalle amministrazioni titolari degli interventi interpellate dalla Corte.

A questi ritardi nel raggiungimento degli obiettivi si lega una ridotta capacità di spesa. Infatti, secondo la Corte

“lo iato tra adempimenti procedurali e spesa effettiva resta ancora molto significativo, e ciò non può non destare attenzione […]. Appare difficile raggiungere gli obiettivi senza utilizzare le risorse”.

In particolare, a colpire è lo stato della Missione 6, dedicata alla salute, che presenta un avanzamento finanziario fermo al 2,24%.

Anche per questo, lo scorso 7 agosto l’Esecutivo ha inviato una proposta di rimodulazione del Piano, che risulta però ancora al vaglio delle autorità competenti. 

2. L’impatto dell’inflazione sui progetti

La relazione della magistratura contabile presenta anche una valutazione dell’impatto dell’inflazione sui progetti di investimento del Piano, che influisce inevitabilmente sui costi degli stessi. 

Come si legge, infatti, in base all’attuale livello dei prezzi, la produzione dei beni e servizi nell’ambito del PNRR ha subito un aumento

dei costi pari al 10,7%

A tal proposito, però, la Corte dichiara che:

“la scelta del Governo di far fronte a questi incrementi con le risorse del Fondo opere indifferibili sia risultata efficace.”

Gli interventi assistiti da risorse integrative fanno emergere, in media, aumenti di prezzo del 12,6%. Le risorse aggiuntive del Fondo hanno rappresentato il 17% del finanziamento PNRR iniziale.

3. Carenza di personale nelle pubbliche amministrazioni

Un ulteriore approfondimento eseguito dalla Corte dei Conti riguarda il percorso di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana, con il quale si denuncia un’importante carenza di personale specializzato:

“Emerge, al riguardo, come la PA italiana risulti in grave ritardo, rispetto agli altri Paesi europei, nella dotazione di personale specializzato in ambito digitale: per portare il peso nell’occupazione della PA delle figure qualificate come “scientists and engineers” agli standard medi europei occorrerebbe aumentarne il numero di ben 65.000 occupati.”

Mancano, secondo l’analisi, 65mila risorse aggiuntive, ingegneri e scienziati, essenziali per l’esecuzione del PNRR. Infatti:

“[…] il recupero dei ritardi attraverso l’incremento del personale specializzato rappresenta una sfida difficile, soprattutto alla luce delle difficoltà riscontrate nell’ultimo biennio dall’attività concorsuale per il reperimento di profili professionali tecnici o particolarmente specializzati.”

Non sarà facile, secondo la magistratura contabile, visto che i laureati e in discipline STEM in Italia non sono sufficienti a soddisfare questa richiesta, anche se va segnalato un positivo incremento delle immatricolazioni a queste facoltà, seppur con un perpetrato divario di genere. 

Conclusioni

L’allarme lanciato dalla Corte dei Conti evidenzia, come accennato, i limiti del percorso di avanzamento dei progetti previsti dal PNRR, essenziali per il Paese. 

Si tratta di una fotografia dello stato in cui il Recovery Plan italiano si trova attualmente, in seguito alla revisione generale del Piano proposta all’Unione europea il 7 agosto scorso e che ancora non è stata completata.

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