Il tragico incidente di via Mariti a Firenze, con il crollo del cantiere di un nuovo supermercato Esselunga in costruzione, e che è costato la vita a ben cinque operai, ha riportato il tema della sicurezza sul lavoro al centro del dibattito pubblico.
Secondo i dati pubblicati dall’INAIL nel report “Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”, nel 2023 le denunce di infortunio sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022, mentre i decessi sul lavoro, denunciati e rilevati al 31 dicembre, sono stati 1.041, pari al -4,5% (49 vittime in meno) rispetto ai 1.090 del 2022 rilevati al 31 dicembre di quell’anno.
In controtendenza, purtroppo, il settore delle costruzioni, che ha registrato invece un aumento delle denunce di infortunio sul lavoro pari al +4,1% e dei decessi in occasione di lavoro rispetto all’anno precedente.
Di cosa parliamo in questo articolo
I primi dati del 2024
I primi dati relativi agli infortuni sul lavoro denunciati nel 2024 sono stati resi pubblici dall’INAIL lo scorso 29 febbraio, e non sono affatto positivi.
Infatti, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto nel primo mese del 2024 sono state 42.166 (+6,8% rispetto al gennaio 2023), 45 delle quali con esito mortale (+4,7%). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 6.218 (+30,7%).
Insomma, il 2024 non sembra promettere nulla di buono, e la tragedia di Firenze non fa che confermare un trend da invertire con urgenza.
Infortuni mortali plurimi sul lavoro
La tragedia di Firenze si inserisce nell’ambito dei cosiddetti infortuni mortali plurimi, ovvero quelli in cui a perdere la vita, purtroppo, sono due o più lavoratrici/lavoratori
Secondo le rilevazioni dell’INAIL, nel 2023 si sono verificati ben 15 infortuni mortali plurimi, con un bilancio di 36 decessi totali (una media di 2,4 decessi per incidente).
Tra i più noti, citati nel rapporto, quello di agosto 2023 a Brandizzo (Torino), dove cinque addetti alla manutenzione dei binari della ferrovia hanno perso la vita travolti da un treno, la deflagrazione nella fabbrica di fuochi d’artificio a settembre in Abruzzo (3 vittime), l’analogo incidente in provincia di Rieti a luglio, dove hanno perso la vita padre, madre e figlio nella manipolazione di fuochi d’artificio, e lo scontro frontale di novembre vicino a Urbino tra un pullman e un’ambulanza con il decesso dei tre operatori sanitari (nonché del paziente) a bordo di quest’ultima.
Essendo avvenuto il 16 febbraio 2024, l’incidente mortale di Firenze non rientra nelle statistiche su riportate, e nemmeno nei 45 incidenti mortali registrati nel solo mese di gennaio 2024, e non fa altro che peggiorare una situazione già di per sé molto negativa.
Conclusioni
L’incidente mortale di Firenze è l’ennesimo grido d’allarme che non deve dissolversi nel vento, perché in un Paese civile non è possibile registrare più di mille morti sul lavoro ogni anno.
Purtroppo, come spesso accade, dopo un evento tragico il dibattito sul tema della sicurezza sul luogo di lavoro aumenta, ma parlare, per quanto importante, non basta.
È necessario un intervento da parte del Governo per migliorare i controlli, aumentando il numero degli ispettori, garantire il rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nel settore delle costruzioni, e punire i responsabili.
In questa direzione va la proposta di istituzione del cosiddetto omicidio sul lavoro, suggerita dal mondo sindacale ma che è stata rigettata dal Ministro della Giustizia Nordio, insieme a quella di istituire una Procura nazionale per la sicurezza del lavoro, presentata nel lontano 2007.
In seguito all’evento luttuoso di Firenze si è espresso anche Vito Panzarella, segretario generale della FenealUil:
“Ci auguriamo che la tragedia di Firenze guidi l’azione del Governo e in particolare della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, nella direzione che da tempo la Uil e la Feneal suggeriscono, partendo dal confronto con i sindacati maggiormente rappresentativi attraverso un tavolo permanente sul tema della salute e sicurezza e istituendo una Procura speciale sugli infortuni e le morti sul lavoro”.
Nel suo intervento il segretario ha ribadito le proposte del sindacato, tra cui l’introduzione di limiti al ricorso del subappalto a cascata, visto che
“la maggior parte degli infortuni gravi e mortali avvengono infatti proprio nelle imprese subappaltatrici che a causa dei ribassi eccessivi finiscono per risparmiare sul costo del lavoro, sui diritti e sulle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e ovviamente, quel che è peggio, sulla sicurezza!”.
Altre proposte concrete ricordate dal segretario sono le seguenti:
- aumento dei controlli;
- sanzioni più severe;
- rispetto della norma sulla congruità;
- introduzione dell’obbligo di un badge di cantiere che possa consentire il controllo delle maestranze e degli orari di lavoro;
- introduzione della norma che obbliga le imprese ad applicare i contratti collettivi in base alla reale attività svolta, e soltanto quelli siglati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
- emanazione di tutti i decreti mancanti da quando è entrato in vigore il testo unico Dlgs 81/2008, “uno su tutti quello relativo alla attuazione del Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi previsto dall’art.27, con l’introduzione della cosiddetta ‘Patente a Punti’ richiesta più volte dagli edili”;
- potenziamento della formazione in materia di salute e sicurezza, aumentando il numero delle ore obbligatorie previste prima di accedere in cantiere, ad oggi fissata in 16 ore.
Durante lo sciopero Nazionale, proclamato lo scorso 21 febbraio da UIL e CGIL, il segretario non ha usato mezzi termini:
“Non si può continuare a morire di lavoro. Basta imprese non qualificate, no al mancato rispetto dei contratti collettivi, no al massimo ribasso sui costi per la manodopera e per la sicurezza, basta false partite iva e sfruttamento dei cottimisti, basta con i mancati controlli e le risorse risicate per ispettori e forze dell’ordine. Chiediamo di garantire le stesse tutele nei cantieri pubblici e privati, di dare immediata attuazione alla patente a punti e di istituire il reato di omicidio sul lavoro.”