Il settore delle costruzioni continua a registrare tassi di crescita significativi in termini di occupazione.
È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Statistico della Commissione Nazionale Casse Edili/Edilcasse, che evidenzia l’aumento delle ore lavorate, dei lavoratori, delle imprese e della massa salari nel settore nei primi sei mesi del 2021 rispetto all’anno precedente e al 2019.
Per il settore costruzioni si apre una prospettiva allettante, offerta sia dal PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza che dal Superbonus 110% e dalla ripresa del mercato immobiliare, offuscata però dalla difficoltà di trovare tecnici, formare nuove figure specializzate e attirare giovani e lavoratori usciti dal mercato.
Insomma, dopo gli enormi problemi registrati nei primi mesi del 2020, causati evidentemente dal lockdown e dalla Pandemia, il mercato del lavoro tutto torna a respirare, con un +23% di nuove assunzioni nel primo semestre del 2021 rispetto al medesimo periodo del 2020.
Nell’introduzione del rapporto “Osservatorio sul Precariato Dati sui nuovi rapporti di lavoro”, pubblicato dall’INPS e relativo ai dati da gennaio a giugno 2021, si legge quanto segue:
“Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel primo semestre del 2021 sono state 3.323.000, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+23%) dovuto principalmente alla crescita iniziata a marzo 2021. L’aumento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni di contratti stagionali (+68%) e in somministrazione (+34%); pressoché stabili risultano invece le assunzioni a tempo indeterminato (+2%). Dati gli effetti diffusi e trasversali, l’aumento ha riguardato nel secondo trimestre le assunzioni per tutte le classi dimensionali e per tutte le tipologie orarie.”
Approfondiamo insieme questi dati, concentrandoci poi sul settore delle costruzioni.
Di cosa parliamo in questo articolo
L’andamento dei rapporti di lavoro
Come accennato, il Rapporto dell’INPS pone l’accento su un andamento non lineare dell’occupazione in Italia a partire dalla fine di marzo del 2020, periodo in cui si è registrato un brusco calo, interrotto solo temporaneamente tra ottobre e novembre dello stesso anno e seguito da un ulteriore crollo nei primi mesi del 2021 (un andamento che ha seguito, nei fatti, le varie ondate della Pandemia).
La crescita vera e propria si è registrata, quindi, solo a partire da marzo 2021, come si può evincere da questa tabella.
“Da marzo si ha il ritorno alla crescita, rafforzatasi mese dopo mese tanto che a giugno 2021 si registrano 677.000 posizioni di lavoro in più rispetto al giugno 2020, con un saldo positivo generalizzato a tutte le tipologie contrattuali. In particolare per il tempo indeterminato la variazione positiva è pari a 178.000 unità mentre tutte le altre tipologie contrattuali evidenziano una variazione complessiva pari a quasi 500.000 unità. Se confrontiamo la situazione a giugno 2021 con il giugno 2019 (quindi con il momento di picco pre-pandemico dell’occupazione dipendente) registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+419.000: si sommano risultati positivi sia per la prima che la seconda annualità considerata) mentre per i restanti contratti, nonostante il forte recupero degli ultimi mesi, rispetto al giugno 2019 si registra una variazione ancora modestamente negativa (-41.000).”
La crescita delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato è stata possibile grazie anche al blocco dei licenziamenti e alla possibilità generalizzata di accesso alla cassa integrazione Covid.
Nel periodo gennaio-giugno 2021, sono stati 14.364 i rapporti di lavoro (8.621 assunzioni e 5.743 trasformazioni a tempo indeterminato) che hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-70%).
Si tratta di una riduzione da valutare, in particolare se si tiene conto dell’istituzione dell’esonero per nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di giovani previsto dalla legge n. 178/2020 che, essendo ancora in attesa dell’autorizzazione da parte della Commissione europea, non è amministrativamente rilevabile.
In tal senso, nel corso del primo semestre 2021, sono 138.000 le attivazioni a tempo indeterminato che hanno beneficiato della decontribuzione per il Sud.
Le assunzioni nel settore delle costruzioni
Veniamo, ora, alla situazione dell’occupazione nel settore di nostra competenza, ovvero quelle delle costruzioni, che ha goduto indubbiamente degli effetti positivi del Superbonus 110%, nonostante i limiti di questa misura in parte superati con una maggiore semplificazione delle pratiche, e di una ripresa dell’attività immobiliare.
Come si legge nella tabella, la variazione tra giugno 2021 e giugno 2019 (quindi un periodo non influenzato dalla Pandemia) nel settore delle costruzioni è positiva, con +132.408 nuovi rapporti di lavoro attivati.
Si tratta, dati alla mano, del settore nel quale si registra la migliore variazione in assoluto, come confermato anche nella didascalia applicata alla tabella sopra riportata.
“Nel confronto con i dati pre-pandemici emerge che il maggior contributo alla crescita è dato dal settore delle costruzioni (+132.000 posizioni rispetto al 2019).”
Limiti e opportunità del Superbonus 110%
C’è però da evidenziare come, nonostante il Superbonus 110% abbia portato un investimento complessivo di ben 5,7 mld di euro – le asseverazioni presentate a ENEA per l’accesso alla detrazione del 110% hanno superato la soglia delle 37mila richieste alla fine di agosto – il caro materiali e la mancanza di manodopera sta portando al Settore grandi problemi.
Le imprese, infatti, non riescono a trovare operai specializzati e tecnici in grado di rispondere alle richieste del settore pubblico e privato, soprattutto in relazione alle innovazioni nelle tecniche costruttive e ai nuovi materiali.
In questa situazione è facile si formino imprese edilizie di scarsa qualità, che non rispettano norme e contratti a scapito dei lavoratori.
Da qui, la richiesta unanime di tutto il mondo costruzioni a governare al meglio questo momento, prorogando questa eccezionale misura per sfruttare tutte le sue potenzialità, rinnovando il patrimonio edilizio e allo stesso tempo qualificando il lavoro in un Settore sempre più esposto allo sfruttamento e al lavoro nero.
Per il Segretario Generale FENEALUIL Vito Panzarella:
“Occorre ripristinare un mercato sano, far rispettare norme e contratti, riportare insomma questo settore ai livelli di dignità e legalità che merita, puntando innanzitutto sulla qualità delle imprese e sulla regolarità per assicurare innanzitutto la sicurezza dei dipendenti. È quello che stiamo cercando di ottenere – aggiunge – anche dal confronto in corso per il rinnovo del contratto dell’edilizia nel quale chiediamo un rafforzamento degli strumenti per la lotta al dumping contrattuale garantendo più regolarità e maggiori tutele a tutti coloro che entrano in cantiere secondo il principio “stesso lavoro, stesso contratto” e attraverso la valorizzazione della bilateralità. Inoltre – conclude il Segretario, ricordando come oggi meno del 7% degli addetti è inquadrato dal 4° livello in su – bisogna contrastare il diffuso sotto inquadramento che certo non favorisce la qualificazione del settore valorizzando la formazione e le esperienze dei lavoratori.”