In occasione del SafeDay 2021, svoltosi lo scorso 28 aprile – data in cui si celebra la Giornata mondiale della Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro, istituita dall’ILO nel 2003 – una delegazione delle segreterie nazionali FENEALUIL, FILCA CISL e FILLEA CISL si è recata presso la sede dell’INAIL Nazionale per deporre una corona di fiori davanti al rilievo scultoreo in memoria degli operai che persero la vita durante lo scavo del traforo del San Gottardo.
Un gesto per commemorare tutte le vittime sul lavoro e ricordare l’urgenza di intervenire concretamente nella lotta agli infortuni e nella prevenzione delle malattie professionali.
Successivamente, lo scorso 12 maggio, i tre Segretari generali di CGIL, CISL, UIL, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, PierPaolo Bombardieri, si sono collegati in diretta streaming con centinaia di delegati e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, in un proficuo incontro sull’importante tema della salute e della sicurezza sul lavoro.
Obiettivo dichiarato dell’incontro era sollecitare un intervento da parte del Governo e delle Istituzioni Locali per riconoscere la salute e la sicurezza sul lavoro come una emergenza nazionale.
Queste le parole il leader della UIL, Bombardieri:
“Non possiamo pensare che si ridisegni il Paese, tollerando una strage di queste dimensioni. Dobbiamo costruire un futuro migliore per le lavoratrici, per i lavoratori, per i nostri figli che, prima o poi, dovranno entrare in un mondo del lavoro che sia capace di rispettare la dignità del lavoro e la vita umana”.
Durante l’incontro sono state avanzate sette richieste sulle quali sviluppare una Strategia nazionale su questo annoso problema.
Vediamo insieme quali sono queste richieste, non prima, però, di aver ben inquadrato e contestualizzato la questione.
Di cosa parliamo in questo articolo
Sicurezza sul lavoro: sempre più vittime
Per comprendere appieno l’urgenza denunciata dalle sigle sindacali, è forse sufficiente riportare alcuni dati su infortuni e decessi sul luogo di lavoro che si verificano nel mondo e in Italia.
Con la freddezza dei numeri, non si può ignorare il problema:
- Nel mondo si verificano ogni anno circa 317 milioni di incidenti sul lavoro o di casi di malattie professionali.
- Le vittime sono 2 milioni e 300 mila l’anno, circa 6.300 al giorno. In media, parliamo di un morto ogni 15 secondi.
- Questo fenomeno comporta un costo sociale insostenibile, pari a oltre 3.000 miliardi di euro, vale a dire il 4% del Pil globale.
- Secondo l’INAIL in Italia nei primi due mesi dell’anno ci sono già state 104 vittime sui luoghi di lavoro.
- In Italia, tra gennaio e dicembre del 2020 le denunce d’infortunio con esito mortale sono state 1.270, il 16,6% in più rispetto al 2019.
Non si può più far finta di nulla, è necessario affrontare il prima possibile questa emergenza, in modo concreto ed efficace.
Strategia nazionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: le 7 richieste dei sindacati
Le richieste delle sigle sindacali si inseriscono nell’ambito di ciò che è urgente e necessario da ormai un numero infinito di anni, e cioè l’elaborazione di una Strategia nazionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che deve essere finanziata anche con il PNRR e i fondi per la coesione europei e nazionali.
Sempre il leader UIL, Bombardieri:
“In questi giorni non ho sentito nessuna delle Associazioni datoriali: hanno perso la voce? Hanno il coraggio di dire che le associate che violano le norme sulla sicurezza vanno fuori dalle loro Associazioni? Questo, però, non può essere solo un argomento da relazioni industriali. È un’emergenza nazionale. Per noi viene prima di tutto la vita, il rispetto della vita e della dignità del lavoro. C’è bisogno di un impegno collettivo della politica ed ecco perché abbiamo chiesto una cabina di regia a Palazzo Chigi. Così come è necessario che questo tema sia affrontato coinvolgendo anche le scuole e le Università. Servono decisioni per l’emergenza e proposte di prospettiva. Serve personale per i controlli e, dunque, subito, servono investimenti per le assunzioni per le ispezioni e per la ricerca. Bisogna, inoltre, investire su formazione e prevenzione, coinvolgendo le Regioni, i territori, le Prefetture.”
Le 7 richieste dei sindacati
Come accennato, questa strategia si deve incardinare su sette richieste, che elenchiamo di seguito:
- Formazione come diritto universale ed esigibile di ogni lavoratore e lavoratrice: nessuno/a al lavoro senza una preparazione e un addestramento adeguati. Formazione anche per i datori di lavoro e per coloro che intendono aprire un’attività.
- Inserire nei programmi scolastici, almeno delle scuole superiori, la materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le ragazze e i ragazzi che oggi sono a scuola/università, saranno le lavoratrici/i lavoratori, le imprenditrici/gli imprenditori, le libere professioniste/i liberi professionisti di domani. Devono poter comprendere il valore della vita umana anche sul lavoro, conoscere quanto è importante proteggersi e proteggere. Rispettare le norme per la sicurezza non è questione burocratica ma significa rispettare la vita propria e altrui.
- Migliorare le ispezioni in quantità, qualità e frequenza attraverso la giusta e necessaria riforma del livello istituzionale di indirizzo e programmazione, l’integrazione delle banche dati disponibili, lo sviluppo di tutti i servizi di prevenzione e per la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso assunzioni mirate e finanziamenti ad hoc e attraverso la realizzazione di una anagrafe degli RLS/RLST consultabile e utilizzabile presso le sedi regionali dell’INAIL. Si calcola che un’azienda abbia la possibilità di ricevere in media una ispezione ogni 20 anni, a causa della carenza di personale e risorse sufficienti per effettuare i controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro.
- Investire, tramite l’INAIL, risorse sulla ricerca, sia per proteggere i lavoratori e le lavoratrici utilizzando la tecnologia innovativa, sia per accompagnare le modifiche ormai veloci delle modalità lavorative, per mettere al centro la protezione della persona.
- Generalizzare e rafforzare la rappresentanza sindacale dei lavoratori in tutti i contesti e settori: nessuna azienda senza il RLS/RLST.
- Valorizzazione della contrattazione come misura prevenzionale: tornare a contrattare gli orari, i turni, l’organizzazione del lavoro come elemento cardine di miglioramento continuo. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro cammina sulle gambe della nostra rappresentanza.
- Qualificazione delle imprese e patente a punti, per determinare regolarità rispetto alle norme su SSL, legalità e piena applicazione dei CCNL per disboscare la giungla degli appalti che si vincono comprimendo i costi della sicurezza.
Il problema della tutela dei lavoratori sul luogo di lavoro si fa ancora più pressante nel settore delle costruzioni.
Vediamo insieme perché.
Cantieri e sicurezza: come renderli sicuri
Prima abbiamo riportato i dati sugli incidenti e i decessi sul lavoro, in termini generali. Andando più nel particolare, purtroppo, il settore di nostro interesse, ovvero quello delle costruzioni, è uno dei più colpiti da quella che è, a tutti gli effetti, una vera piaga sociale, confermandosi quello con il maggior numero delle vittime (114 nel periodo gennaio-dicembre 2020).
Ogni due giorni, dunque, sette lavoratori non hanno fatto più ritorno a casa.
I cantieri restano uno dei luoghi di lavoro più rischiosi in assoluto, e le principali cause di morte sono la caduta dall’alto e lo schiacciamento. A rendere la situazione ancora più grave e preoccupante c’è il rischio del contagio da Covid-19.
“Il nostro settore vanta un triste primato in questa guerra e noi siamo in prima linea, ogni giorno, per azzerare le morti – ha dichiarato il Segretario Generale Vito Panzarella – ma la politica deve intervenire al più presto con decisione perché davvero cambi la situazione e ‘zero morti sul lavoro’ sia un risultato realizzabile in breve tempo. Per questo torniamo a chiedere l’introduzione della patente a punti, il ripristino del Durc nella sua formula originaria, l’applicazione della congruità e una decisa azione di contrasto al lavoro nero e irregolare, causa di molti incidenti, al netto di tutte le proposte di semplificazione che si sentono ripetere da anni come unica via per accelerare le opere. I numeri parlano chiaro: lo scorso anno, su 4 milioni di aziende sono stati effettuati 10 mila controlli e nell’80% dei casi sono state riscontrate violazioni della sicurezza. 53% nei cantieri edili. Va intensificata la prevenzione attraverso una formazione mirata, incrementando le risorse e l’organico per la vigilanza ed insistendo su una fattiva collaborazione con il sistema bilaterale che il ruolo degli RLST di settore e dei tecnici per la sicurezza impegnati negli Enti. Infine vanno aumentati i controlli sui cantieri e inasprite le sanzioni verso i responsabili.”
Le proposte FENEALUIL – FILCA CISL – FILLEA CISL
In occasione del SafeDay 2021 sono state avanzate delle proposte specifiche, per rendere i cantieri sicuri:
- Attuazione della Patente a Punti (D.Lgs. n.81/2008), strumento importante per la selezione e la qualificazione delle imprese, premiando le aziende che dimostrino di essere regolari e sicure.
- Emanazione del decreto attuativo del Durc di Congruità (documento unico di regolarità contributiva) come indicato dalle parti sociali dell’edilizia.
- Incremento dell’organico preposto alla vigilanza e alla tutela nei cantieri.
- Aumento dei controlli nei luoghi di lavoro.
- Più azioni di contrasto al lavoro irregolare e nero.
- Rafforzamento delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro, del ruolo degli RLST di settore e dei tecnici per la sicurezza impegnati negli Enti paritetici.
- Riconoscimento della condizione di “lavoro usurante” per il pensionamento degli edili e relativa uscita anticipata dal mondo del lavoro con 30 anni di contributi.
- Applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare uguali prestazioni ed uguali diritti e contrastare il dumping secondo il principio “stesso lavoro, stesso contratto”.
- Rafforzamento della prevenzione attraverso maggiore formazione.
- Collaborazione più stringente con il sistema della bilateralità edile.
- In merito al Codice degli appalti, respingiamo ogni tentativo di destrutturazione delle regole e delle tutele. No alla liberalizzazione del subappalto, che favorirebbe il dumping contrattuale e ridurrebbe le tutele e le procedure poste oggi a garanzia della legalità e della trasparenza.
- Vaccinazioni per tutti i lavoratori della filiera, i lavoratori in appalto, subappalto e somministrazione, garantite dalle imprese affidatarie o committenti.
- Sul rischio amianto: rafforzamento della prevenzione, attraverso maggiore e diffusa informazione, sensibilizzazione e formazione; adeguata sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti all’amianto e finanziamenti certi per la ricerca per la cura delle malattie dovute all’amianto; formazione adeguata, anche attraverso il sistema degli Enti bilaterali di settore, dei lavoratori di imprese non specializzate per la rimozione dell’amianto.
- Convocazione dei sindacati da parte della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.”
Come affermato da Bombardieri:
“Non ne possiamo più. Non ne possiamo più di stragi sul lavoro, di famiglie straziate dal dolore, di promesse, di silenzi assordanti, delle ipocrisie di chi si indigna il giorno della tragedia e se ne dimentica il giorno dopo”.