I tavoli di crisi sono uno strumento fondamentale per gestire le situazioni di emergenza che possono verificarsi all’interno delle aziende, garantendo la partecipazione attiva e responsabile di tutte le parti coinvolte.
In un momento storico caratterizzato da una forte incertezza economica e sociale, come quello che stiamo vivendo, questi tavoli rappresentano un’occasione per affrontare le problematiche connesse alle crisi, dalle riorganizzazioni aziendali alla tutela dei lavoratori, e per promuovere un confronto costruttivo tra i rappresentanti dei lavoratori e quelli dell’azienda.
Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cosa sono, come funzionano e perché sono così importanti i tavoli di crisi.
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cosa sono i tavoli di crisi?
- Come funzionano i tavoli di crisi?
- I tavoli di crisi di rilievo nazionale
- Quando possono essere attivati i tavoli di crisi di rilievo nazionale?
- Chi può richiedere l’attivazione del tavolo di crisi?
- Cosa fa la Struttura per le crisi di impresa?
- Quando si chiude il tavolo di crisi?
- Perché sono così importanti i tavoli di crisi?
Cosa sono i tavoli di crisi?
I tavoli di crisi sono degli organismi istituiti all’interno delle aziende per affrontare situazioni di emergenza e crisi. Vengono quindi attivati all’occorrenza e rimossi una volta risolta la situazione emergenziale
Si tratta, quindi, di un’occasione di confronto e di negoziazione in cui i rappresentanti delle parti sociali, ovvero dei lavoratori e dell’azienda, si incontrano per discutere e trovare soluzioni condivise ai problemi che si presentano.
I tavoli di crisi possono essere istituiti in caso di:
- difficoltà economiche dell’azienda;
- riorganizzazioni;
- ristrutturazioni;
- cambiamenti tecnologici e produttivi;
- situazioni di emergenza come, ad esempio, le calamità naturali o le pandemie.
Come accennato nell’introduzione, i tavoli di confronto risultano quanto mai centrali in una fase di grande incertezza economica come quella che stiamo attraversando.
Come funzionano i tavoli di crisi?
Il compito di questi tavoli è quello di individuare le soluzioni migliori per far fronte alla crisi aziendale, tutelando al contempo i diritti dei lavoratori e garantendo la continuità dell’impresa.
A tal fine, i rappresentanti delle parti sociali si incontrano con il compito di negoziare e concordare azioni volte a ridurre l’impatto della crisi sull’occupazione e sui lavoratori.
Come? Le soluzioni da mettere in campo sono molteplici e variano a seconda della situazione specifica in cui versa l’azienda, ma le principali possono essere le seguenti:
- la riduzione dell’orario di lavoro;
- la cassa integrazione;
- la formazione professionale;
- la mobilità;
- il prepensionamento.
Individuata la strategia da implementare per far fronte alla crisi aziendale, il tavolo di crisi monitora l’andamento della situazione e interviene laddove dovessero essere necessari dei correttivi.
I tavoli di crisi di rilievo nazionale
Quando la crisi aziendale coinvolge aziende o realtà imprenditoriali di rilevanza nazionale, si attivano dei tavoli di crisi aperti e gestiti dalla Struttura per le crisi di impresa, secondo le direttive ministeriali.
Come si legge sul sito del MIMIT, il Ministero delle Imprese e del Made In Italy,
“la struttura per le crisi di impresa opera, ai sensi dell’art. 1, comma 852, legge 27 dicembre 2006, n. 296, per garantire, in forma di cooperazione organica tra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, gli interventi sulle situazioni di crisi di impresa.”
La Struttura di crisi d’impresa è un organo competente della gestione delle crisi che, per l’impatto potenziale sul sistema produttivo o sui livelli occupazionali, giustificano una trattazione a livello nazionale.
Quando possono essere attivati i tavoli di crisi di rilievo nazionale?
Questi tavoli di crisi di rilievo nazionale possono essere attivati in caso di sussistenza dei seguenti criteri, indicati nella Direttiva ministeriale per la gestione delle crisi d impresa del 14 ottobre 2021:
- imprese con almeno 250 dipendenti assunti in Italia;
- imprese localizzate in più di una Regione in Italia, il cui stato di crisi possa comportare riverberi significativi sui livelli occupazionali o sul sistema produttivo;
- imprese di rilevante interesse nazionale, in quanto detengono beni e rapporti di rilevanza strategica e svolgono attività rilevanti in termini di indotto per il sistema economico-produttivo, anche per la presenza sul territorio di stabilimenti produttivi;
- imprese titolari di marchi d’impresa iscritti nel registro di marchi storici di interesse nazionale.
Lo scorso 5 maggio il Ministero ha diramato un comunicato stampa per annunciare la pubblicazione online dell’elenco dei tavoli di rilievo nazionale in carico alla Struttura per le crisi di impresa presso il Dicastero: al momento risultano attivi 34 tavoli ministeriali e 23 dossier in via di progressiva risoluzione, per i quali è disposto un monitoraggio.
Chi può richiedere l’attivazione del tavolo di crisi?
Come illustrato nella Direttiva ministeriale, le istanze di istituzione di un tavolo di crisi di rilievo nazionale, quindi gestiti tramite la Struttura per le crisi di impresa del Ministero, possono essere avanzate dai seguenti soggetti:
- dagli organi sociali dell’impresa interessata;
- dai creditori dell’impresa interessata;
- dalle Amministrazioni nazionali e regionali;
- dalle Organizzazioni sindacali, anche di categoria, di carattere nazionale e le associazioni datoriali, parimenti di carattere nazionale.
Possono essere invitati a partecipare, sulla base di specifiche ragioni di opportunità, anche rappresentanti di altre Amministrazioni.
Cosa fa la Struttura per le crisi di impresa?
Nell’ambito della gestione del tavolo di crisi di rilievo nazionale, la Struttura ministeriale procede con le seguenti azioni:
- analizza le cause della crisi, con riferimento sia a fattori endogeni (ad es. difficoltà finanziarie, di natura gestionale/manageriale, insostenibilità dei costi, processi di ristrutturazione/riorganizzazione), sia a fattori esogeni quali quelli relativi all’andamento del settore produttivo di riferimento o del quadro macroeconomico;
- verifica le concrete possibilità di superamento dello stato di crisi, la realizzabilità delle soluzioni di riequilibrio e la relativa sostenibilità economica delle stesse, anche attraverso la valutazione di piani industriali e di riassesto ovvero promuovendone l’adozione;
- prospetta possibili misure per la salvaguardia dei livelli occupazionali, ivi inclusi eventuali piani di formazione, riqualificazione e ricollocamento e potenziali lavoratori in esubero;
- cura l’aggiornamento, con cadenza almeno trimestrale, del portafoglio di offerte da trasmettere al Comitato per l’attrazione di investimenti esteri, anche al fine di valutare la possibilità di interventi finanziari da parte di soggetti terzi. Può avvalersi di Cassa Depositi e Prestiti e di altri soggetti istituzionali.
Per svolgere le proprie attività, può richiedere il coinvolgimento di esperti esterni.
Quando si chiude il tavolo di crisi?
Un tavolo di crisi si può chiudere al verificarsi di due condizioni, ovvero:
- il superamento della situazione di crisi che ha richiesto l’istituzione del tavolo in prima istanza;
- l’accertata impossibilità di giungere a una soluzione per arrestare la crisi aziendale.
I soggetti coinvolti dovranno giungere a una decisione collegiale e dichiarare chiuso il tavolo di crisi.
Perché sono così importanti i tavoli di crisi?
Abbiamo visto che i tavoli di crisi rappresentano uno strumento di tutela degli interessi dei lavoratori e delle aziende.
Ricoprono un ruolo centrale per l’economia del nostro Paese, in quanto possono:
- garantire la continuità aziendale: in situazioni di crisi, le aziende rischiano di subire pesanti danni economici e di mettere a rischio la loro stessa sopravvivenza. I tavoli di crisi consentono di individuare le soluzioni migliori per far fronte alle difficoltà, garantendo la continuità aziendale e la salvaguardia del lavoro;
- salvaguardare i diritti dei lavoratori: in situazioni di crisi, i lavoratori sono spesso i primi a subire le conseguenze negative, come la perdita del lavoro o la riduzione dell’orario di lavoro. Attraverso i tavoli di crisi è possibile negoziare e concordare azioni volte a tutelare i loro diritti, come ad esempio attraverso l’attivazione di ammortizzatori sociali;
- favorire il confronto tra le parti sociali: in un momento di forte crisi è essenziale un confronto costruttivo tra le Organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori e l’azienda stessa, per individuare soluzioni condivise e trovare un equilibrio tra le esigenze dell’azienda e i diritti dei lavoratori;
- prevenire conflitti e tensioni: la gestione delle situazioni di crisi può essere fonte di conflitti e tensioni tra le parti sociali. I tavoli di crisi consentono di prevenire questi conflitti, favorire la trasparenza e la condivisione delle informazioni, e di individuare soluzioni efficaci e condivise.
Insomma, i tavoli di crisi, siano essi o meno di rilievo nazionale, sono importantissimi per tutelare l’imprenditoria italiana e garantire i diritti dei lavoratori.