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Superbonus 110% a rischio: le proposte della FENEALUIL

A cura di:

Luglio 6, 2022

Superbonus 110% a rischio le proposte della FENEALUIL

Il Superbonus 110% è la misura che ha avuto il merito indiscusso di rilanciare un Settore dell’economia particolarmente colpito dalla Pandemia, come l’edilizia, agganciando un trend di crescita mai riscontrato prima negli ultimi 12 anni

Detto questo, il bonus ha anche fatto emergere numerose anomalie, più volte segnalate anche da noi come FENEALUIL, tali da creare una spaccatura all’interno dell’esecutivo in carica.  

Dopo alcuni interventi normativi volti a stabilizzare la misura e a proteggere i lavoratori edili – si vedano le novità sulla Attestazione SOA e l’aumento dei controlli ai cantieri da parte dell’INL, il positivo Decreto Ministeriale 143/2021 sul Durc di Congruità e la legge 25/2022 che, dal 27 maggio, subordina gli incentivi al rispetto dei CCNL edili, nonché le norme sulla qualificazione di impresa per importi superiori ai 500 mila euro, e così via – il Superbonus 110% sembra ora essere fortemente a rischio, a seguito della presa di posizione del Governo Draghi, che pare non voler prorogare questa misura

Ma non è tutto. Le difficoltà da parte delle imprese edili di cedere i crediti legati al bonus, magari a fronte di lavori già conclusi, si stanno scontrando con la posizione assunta dalla ABI (Associazione Bancaria Italiana) in risposta a una Circolare dell’Agenzia delle Entrate

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire cosa sta succedendo al Superbonus 110% e perché la mancata proroga potrebbe rappresentare un gravissimo danno al settore delle Costruzioni.   

1. Emendamento al decreto Aiuti

Come accennato, il Governo Draghi sembrerebbe intenzionato a non prorogare il Superbonus 110%, un bonus sul quale il Presidente del Consiglio si è espresso più volte in questi mesi, segnalandone le storture. 

L’unica apertura riguarda l’annosa questione della cessione dei crediti. 

Un emendamento al decreto Aiuti (D.L. n. 50/2022), approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, prevede infatti la possibilità per le banche di cedere il credito a tutti i soggetti diversi da consumatori o utenti (quindi anche alle Partite IVA, per intenderci) e non solo ai clienti professionali privati, come stabilito dalla norma.

Un cliente professionale è colui che possiede l’esperienza,

le conoscenze e la competenza necessarie per prendere le proprie decisioni in materia di investimenti e per valutare correttamente i rischi che assume. Per approfondire, consultare questa pagina.

L’unico vincolo è rappresentato dalla sussistenza di un rapporto tra l’istituto di credito che cede il credito e l’acquirente: quest’ultimo, infatti, deve possedere un conto corrente presso una filiale di quella specifica banca

Questo intervento mira a sbloccare il mercato dei crediti legati ai bonus edilizi tra cui, appunto, il Superbonus 110%, ma si scontra con la posizione dell’Agenzia delle Entrate

2. La circolare dell’Agenzia delle Entrate e la posizione dell’ABI

Lo scorso 23 giugno 2022 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare, la n. 23/E, con la quale si è espressa anche in merito all’annosa questione delle responsabilità dei cessionari, sottolineando la necessità di controlli più rigorosi

Semplificando, in caso di cessione di credito fiscale al quale il cedente non aveva diritto, è la banca che l’ha comprato a dover dimostrare di essersi mossa con la massima diligenza.

A questa circolare ha risposto l’ABI, con un documento inviato agli associati e sintetizzato qui

Come si legge nel documento, 

“la responsabilità in solido del fornitore e dei cessionari, secondo l’Agenzia delle Entrate, va individuata sulla base degli elementi riscontrabili nella singola istruttoria.”

Di fatto, l’ABI ha invitato gli istituti di credito a eseguire controlli sempre più rigorosi prima di accettare una proposta di cessione del credito fiscale.

È evidente che questo livello di responsabilità potrebbe rappresentare un freno al trasferimento dei crediti dalle banche alle imprese, acuendo il problema a cui abbiamo fatto riferimento prima. 

Infatti, l’ABI dichiara:

“Alla luce dei nuovi esaustivi chiarimenti forniti, con riferimento ai crediti d’imposta oggetto di sequestro/dissequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria, l’Agenzia delle Entrate ritiene che ciascun cessionario (acquirente) deve sempre valutare, al momento dell’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali acquisiti, di aver preventivamente operato con la necessaria diligenza all’atto dell’acquisto del credito, con speciale riguardo a quelli oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria. L’ABI evidenzia che i chiarimenti diramati dall’Agenzia delle Entrate forniscono delle cogenti linee guida in merito alle operazioni relative al Superbonus.”

Tradotto, vuol dire che gli istituti di credito valuteranno con maggiore attenzione l’acquisto dei crediti da parte delle imprese edili che hanno eseguito lavori interessati dai bonus vigenti, come il Superbonus 110%, per poi rivenderli trattenendo un margine.

Un blocco ulteriore nelle cessioni dei crediti si tradurrebbe nel fallimento di moltissime imprese e nel licenziamento di migliaia di lavoratori

Si attende, ora, un intervento correttivo da parte dell’esecutivo, che eviti che la responsabilità per eventuali irregolarità correlate al credito cadano sul cessionario.

La posizione della FENEALUIL

A seguito dell’ipotesi di non prorogare il Superbonus 110% trapelata in questi giorni, il Segretario Generale della FENEALUIL Vito Panzarella si è espresso in merito alla questione

“È un suicidio politico fare marcia indietro sul bonus 110. Uno strumento che ha creato occupazione, PIL e che rappresenta l’unica vera misura concreta per la transizione energetica, l’efficientamento e la messa in sicurezza del patrimonio abitativo del nostro Paese.”

Il Segretario ha voluto sottolineare il ruolo svolto da questo bonus per rilanciare il settore Edile, ricordando che: 

“Il settore delle Costruzioni in crisi da anni è riuscito ad agganciare un trend di crescita mai riscontrato prima negli ultimi 12 anni, e questo al netto della pandemia e del drammatico conflitto in Ucraina, grazie agli investimenti pubblici rivolti al PNRR e agli incentivi fiscali che hanno dato un forte impulso soprattutto al comparto privato che, ricordiamolo, rappresenta il 70% del Settore.” 

Questo ha portato a un aumento dell’occupazione nelle Costruzioni, ma non solo. 

“Una crescita importante che si è subito tradotta nella riapertura di migliaia di cantieri edili con una crescita notevole degli occupati (+112 mila operai, 2022 vs 2020) e un aumento del valore aggiunto del comparto (+16%).”

In questo senso, infatti, va rilevato anche un effetto “qualificazione” che il bonus ha scatenato, con l’attivazione di numerosi corsi di formazione professionale (cappottisti, muratori, ponteggisti), attivati da imprese regolari ed erogati attraverso i nostri enti scuola e Cpt, per rispondere alla mancanza di manodopera, soprattutto specializzata, e che hanno contribuito ad accrescere la qualità di imprese e lavoratori.

Per queste ragioni, il Segretario ha aggiunto quanto segue:

“Crediamo sia necessario far sentire la nostra voce a difesa di uno strumento che, come pochi altri, guarda al futuro del Paese. Un Paese che è in ritardo su molte partite e che deve accelerare il suo sviluppo investendo su innovazione e transizione energetica, una richiesta che viene dall’Europa ma che lo stesso buon senso ci impone.”

Le proposte della FENEALUIL

Per la FENEALUIL non si può rinunciare a un provvedimento che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia.

Questo non vuol dire che il Sindacato non riconosca ed evidenzi le storture emerse in questi mesi

“Non nascondiamo le criticità emerse in questi mesi e su cui più volte ci siamo espressi – ha aggiunto il Segretario Panzarella – e a cui, in parte, si è data risposta con una serie di provvedimenti che hanno semplificato il meccanismo e favorito l’avvio dei lavori, ma intervenire sulle regole di cessione del credito rischia di diventare il vero ostacolo.”     

Ecco, dunque, quali sono le proposte avanzate dalla FENEALUIL per rilanciare e stabilizzare il Superbonus 110%: 

  • Ripristinare subito forme di acquisizione dei crediti ceduti a terzi, se tracciati e tracciabili nel periodo 2021-2022, per limitare gli effetti distorsivi dovuti al cambio della normativa in materia di cessione del credito.
  • Un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nei primi trimestri 2022, a oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver a loro volta esaurito il plafond delle compensazioni e per raggiungimento della massima capacità fiscale. A tale finalità potrebbe essere costituito un Fondo Nazionale ad hoc che, con meccanismo rotativo, sia in grado di anticipare al 100% liquidità alle imprese (riacquistando o acquistando cessioni di crediti) a fronte del recupero anche nelle annualità 2023-2025 dei crediti di competenza delle annualità precedenti.
  • Un riordino complessivo dei vari incentivi per il settore Edile (ristrutturazioni edilizie, efficientamento energetico, anti-sismico, facciate e restauro, sisma bonus, super bonus), attraverso meccanismi che condizionino l’accesso agli stessi alle sole imprese che possano garantire e dimostrare ex ante alcuni requisiti minimi soggettivi, in termini di qualificazione e di qualità del lavoro (congruità, applicazione CCNL edile, formazione obbligatoria sicurezza etc).
  • Dilatare i tempi del Superbonus 110% almeno fino al 2026, al fine di garantire il raggiungimento di alcuni obiettivi minimi strategici in termini di percentuale di patrimonio immobiliare da efficientare. In tal modo si allenterebbe la pressione che ha portato a un aumento dei prezzi delle materie prime e all’esplosione di imprese scarsamente qualificate che oggi vanno a colmare il gap tra domanda e offerta dovuto alla mancanza di tempo e di imprese strutturate nel breve periodo.
  • Un décalage del massimale detraibile a partire dal 1° gennaio 2023, con ad esempio il 110% limitato esclusivamente a interventi di condomini che migliorino di una classe sismica o di almeno 2 classi energetiche rispetto alla situazione ex ante e rientrante nelle fasce energetiche più basse (G, F, E, D).
  • Per il resto degli edifici privati, non condomini, oltre al “décalage” in termini percentuali, fermo restando la norma che conferma la cessione dei crediti e il 110% per le cosiddette case popolari (ERP), riconoscere la possibilità di cessione del credito in percentuali variabili, in base al reddito del proprietario dell’immobile, o ragionare in alternativa sulla possibilità di slegare gli interventi “trainanti” da quelli “trainati”, sui quali si potrebbe immaginare una percentuale di co-partecipazione economica obbligatoria crescente in base al reddito o all’ISEE del proprietario. Lasciare il 110 sull’intervento trainante e prevedere una percentuale di partecipazione crescente sul trainato che, di fatto, può tradursi come riduzione della percentuale da portare in detrazione.
  • Introdurre un intervento normativo e di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento. Non è infatti accettabile che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori.

“Noi siamo convinti – ha concluso il Segretario Panzarella – che occorre dare certezza alle imprese, agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini, individuando le migliori soluzioni a ciò che non sta funzionando, attraverso strumenti che consentano di traguardare la fase di passaggio da una normativa a un’altra e dando continuità e strutturalità alle scelte strategiche, come quella della messa in sicurezza del nostro patrimonio edile residenziale e dell’attuazione della transizione energetica e dell’efficientamento immobiliare.”

A cura di:

FENEALUIL-House organ n. 11
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